A Firenzuola la "nuova" chiesa del capoluogo, quella ricostruita dopo il bombardamento che rase al suolo il capoluogo nel settembre del 1944, non è mai stata molto apprezzata. Nonostante abbia progettisti illustri, Carlo Scarpa ed Edoardo Detti, due tra i maggiori architetti del Novecento italiano, il cemento e la linea moderna dell’esterno hanno sempre lasciato assai perplessi. E ora che il campanile si sta sgretolando, non pochi firenzuolini hanno auspicato perfino un abbattimento. Ma non si può perché l’edificio è vincolato e sotto il controllo della Sovrintendenza.
Adesso l’intervento di restauro è davvero urgente, e già sono stati alzati i ponteggi: da tempo cadono calcinacci, e così si sono messe protezioni in attesa dell’intervento di consolidamento, in programma a primavera. Ieri intorno al campanile si è lavorato. Si è deciso di rimuovere anche le cinque campane, da tempo rimaste ferme per evitare sollecitazioni rischiose alla struttura del campanile. La rimozione consentirà di alleggerire la struttura.
Proprio ieri sono state avviate le operazioni di rimozione di tutte e cinque le campane. Non è mancata neppure qualche polemica in paese, per la chiusura del corso, da parte di alcuni commercianti.
Problemi di conservazione li presenta anche la struttura esterna della chiesa: sul retro il calcestruzzo mostra fenomeni di preoccupante sfaldamento. Per mettere mano al campanile sono stati stanziati fondi anche dal Pnrr, duecentomila euro; centomila euro li ha messi la Cei, ma non si sa ancora se saranno sufficienti perché l’operazione di consolidamento si presenta complessa. Non potendo demolire e ricostruire si provvederà infatti a costruire un sostegno in acciaio all’interno del campanile, longarine di ferro che saldate insieme formeranno una sorta di scheletro – "quasi una torre Eiffel interna", scherza il parroco don Aldo Menichetti - , a reggere la struttura in calcestruzzo.
Paolo Guidotti
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