Camerieri, l’ultima frontiera del caporalato

La denuncia di Margherita Bernardi del Servizio orientamento lavoro della Cgil: "Troppe piattaforme web che operano come interinali"

Carabinieri

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Firenze, 8 maggio 2022 - Il caporalato non è in via di estinzione, anzi. Continua a viaggiare tramite internet e riguarda soprattutto alcuni settori, come la ristorazione. "Soprattutto dalla fine dell’emergenza sanitaria – dice Margherita Bernardi, responsabile del Sol (Servizio orientamento lavoro) della Cgil Firenze – abbiamo notato che ci sono sempre più annunci sul web di società anonime, e quindi senza nessun dato che indichi partita Iva o informazioni riguardo il committente, e che operano per conto di terzi. Come se fossero un’agenzia interinale ma senza averne l’autorizzazione".

Sembra profilarsi anche a Firenze, una sorta di rete di persone, che un po’ come facevano i caporali, reclutano il personale tramite piattaforme web. Sono diverse le segnalazioni di sfruttamento arrivate sui tavoli dei sindacati: il giovane che si è fatto adescare, ma che poi si è reso conto di avere una busta paga inferiore a quella che gli sarebbe spettata, la donna di mezza età ingaggiata con un salario part-time ma impiegata a tempo pieno e c’è chi si è ritrovato a dover lavorare sotto ricatto, più ore e con mansioni diverse pur di non perdere il posto. "Per non parlare del nero – prosegue Bernardi – che resta una spina nel fianco. Come Sol ci occupiamo di disoccupati, ossia dei problemi che si ritrova ad affrontare chi cerca un’occupazione. E purtroppo di storie di sfruttamento ce ne sono tante".

Per la Cgil, uno dei settori che sta soffrendo maggiormente è proprio la ristorazione. Con il covid tanti dipendenti hanno preferito riciclarsi in altri ambiti, ritenuti più sicuri, e gli imprenditori si ritrovano a fare i conti con la ricerca personale che sembra sempre più un miraggio. "Non è vero, come si è spesso sentito dire, che i ragazzi non hanno voglia di lavorare o che appena entrano in azienda vogliono garanzie contrattuali e salariali" sottolinea. I giovani, con la pandemia e sperimentandosi in altri mestieri, come magazzinieri, facchini etc., hanno semplicemente preso più coscienza dei propri diritti. E non hanno più intenzione di farsi sfruttare o ricattare per stipendi da fame. Tanti hanno preferito altre posizioni con maggiori garanzie".

Tradotto: chi è stato assunto come addetto alle consegne da un supermercato, solo per fare un esempio, non torna più a fare il cameriere a nero. Basta dare un occhio ai principali gruppi Facebook per rendersi conto della giungla a cui è ridotto il mercato del lavoro. "Cercasi stagista esperto" o anche "Apprendista con esperienza" sono per il sindacato solo trucchetti per avere personale qualificato e pagarlo meno. "Le persone che hanno maggiori problemi sono quelli che hanno più di 50 anni perché lontani dalla pensione e troppo vecchi per il sistema produttivo – conclude Bernardi – e i giovani a cui vengono solo offerti tirocini. Quindi basta dire che i giovani non hanno voglia di lavorare".

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