CARLO CASINI
Cronaca

Quando il bus era il mezzo più veloce: Isolotto-Cure in mezz’ora nel 2000. Tempi raddoppiati 23 anni dopo

Firenze, spulciando una vecchia tabella orari di Ataf si scopre che alcune percorrenze erano più rapide di oggi. L’arrivo del tram ha accorciato i collegamenti ma per i mezzi a motore le cose sono cambiate. In peggio

Molte linee con l’arrivo della tramvia sono state completamente rivoluzionate

Firenze, 18 settembre 2023 – Da San Bartolo a Cintoia alle Cure in 33 minuti di bus o da via Massa all’Isolotto a piazza stazione in appena 20 minuti. È un assaggio della tabella orari dell’Ataf del maggio 2000. Ventitré anni fa. Tempi di percorrenza che, oggi, sembrano quasi impossibili per il quartiere 4. A scorrerli fra le mani quei numeri un dato emerge sopra a tutti: finché si sta lungo l’asse della tramvia t1 c’è un piccolo guadagno di tempo, ma via via che ci si allontana dai binari i collegamenti con le periferie sono esponenzialmente più lenti rispetto a un quarto di secolo fa.

Certo, un Sirio elettrico inquina meno e porta molta più gente rispetto ai vecchi snodati a gasolio che furono pensionati con lo scenico corteo funebre dei lombriconi dal deposito delle Cure a quello dell’Osmannoro guidato dall’allora sindaco Matteo Renzi il 20 marzo 2010. E certo, ai tempi un biglietto durava 60 minuti e ora 90 (dentro Firenze, 70 fuori dai confini), anche se costava 1.500 lire e ora 1,70 euro e l’inflazione ha galoppato.

Ma la tramvia ha creato un ‘muro’ che spacca la trasversalità del quartiere (fa sperare, anche se solo in orario scolastico, la nuova circolare 4), peggiorato dalle strozzature delle ciclabili. Le linee che collegavano i rioni più periferici ora convergono tutte verso il tram, con il risultato che per raggiungere la stessa meta bisogna cambiare e aspettare due o tre mezzi.

La palma nera va all’1 che collegava direttamente Cintoia (1A) o la Casella (1B) alle Cure in circa mezz’ora. Da via della Casella al Lapo il tempo medio di percorrenza era di 33 minuti, ora secondo il travel planner di Autolinee Toscane è il doppio: bisogna prendere il 77 al Cavallaccio, scendere in via Foggini, arrivare alla fermata Federiga del tram, scendere a Strozzi Fallaci, andare a Martiri delle Foibe e scendere a Faentina Pietrafitta. Il totale? Un’ora e sei minuti. Poco meglio il vecchio 1B, dalla fermata Signorelli al Lapo. Qui si impiegavano mediamente 36 minuti allora. Oggi un’ora e due minuti impiegando 77, T1 e 1.

E il ’vecchio’ 9? Portava dal capolinea di via Massa alla fermata Stazione Scalette in 20 minuti. Oggi è trasformato in una circolare antioraria, quindi o si fanno 5 minuti a piedi fino via Canova così in poche fermate si è alla Federiga (totale 29 minuti), o si prende da via Massa. Ma tocca a sorbirsi ulteriori cinque minuti di girotondo dell’Argingrosso. Tra cantieri, deviazioni e strade ristrette anche il 6, unica linea a essere rimasta diretta ha raddoppiato i tempi: dalla fermata Filarete a Novelli ci volevano 32 minuti nel 2000. Oggi siamo sui 50-60 minuti. E per arrivare a Scandicci? La T1 ricalca in buona parte il percorso del vecchio 16. Dal capolinea Triozzi, al ponte alla Formicola, alle scalette della Stazione ci volevano mediamente 23 minuti. Ora o si fa un quarto d’ora a piedi fino al capolinea di Villa Costanza impiegandoci 37 minuti o, se si ha la fortuna di incrociare un 27, 33 minuti con il cambio a De André. Nostalgia canaglia.