BENEDETTO FERRARA
Cronaca

L’amarezza del sindaco Borja Valero per la Fiorentina: "Devastati, un dolore quasi fisico"

"Un’altra occasione buttata. La paura di perdere ha tolto forze alla squadra, che ha snaturato il suo gioco. Se manca un centravanti che fa gol è difficile costruire dal basso e vincere. Italiano va ringraziato"

Rocio Rodriguez intervista il marito Borja Valero, una coppia diventata fiorentina

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Firenze, 31 maggio 2024 – L’ha vista in albergo, a Milano, dove si trova per lavoro. Borja Valero non l’ha presa bene. "Sto male, come stanno male tutti i tifosi. Siamo devastati. E’ un dolore quasi fisico. Io ci credevo, tutti noi ci credevamo. Invece niente. Un’altra finale buttata via. E’ davvero dura parlare di questa partita".

Partita per modo di dire. La Fiorentina dopo tante dichiarazioni altisonanti, praticamente non l’ha giocata.

"Era partita bene, ha avuto un paio di occasioni importanti. Poi,come a volte può accadere, la paura di perdere ha vinto sulla voglia di vincere. E così la squadra ha cambiato se stessa, il timore di ripetere certi errori ha messo da parte il gioco, una metamorfosi costata cara".

Loro con un centravanti. La Fiorentina no. Quattro attaccanti sbagliati e un mercato di gennaio alla meno. Azzeccarne uno non è facile, ma anche sbagliarne quattro sembra un’impresa.

"Quando punti sulla costruzione del gioco diventa fondamentale avere qualcuno che concretizzi il lavoro fatto di tutta la squadra. Ormai è una storia vecchia. Certo, non è semplice trovare un bomber se non ci investi tanti soldi. Ma è chiaro che poi paghi caro il conto. I tifosi della Fiorentina meritavano questa coppa. Per la passione, perché Firenze è innamorata pazza della sua squadra e adesso si sente ferita".

Anche perché sembrava la volta giusta.

"Lo era. Una finale è una finale. Ma di sicuro l’avversario era alla portata della Fiorentina. La differenza in questo caso l’ha fatta un attaccante che Milenkovic, il migliore insieme a Terracciano, ha marcato molto bene. Poi quel pallone. E chi sa fare gol va a finire che ti mette la palla dentro. E’ una ovvietà, ma è così".

L’atteggiamento non è piaciuto. Ci si aspettava un’altra Fiorentina.

"Credo sia subentrata la paura, il ricordo di Praga. Se una squadra che ama giocare a calcio smette di seguire quella strada va a finire che perde la sua identità. E allora addio".

Secondo lei Italiano ha le sue responsabilità?

"Va solo ringraziato per aver riportato la Fiorentina a lottare in Europa. Prima di lui la squadra lottava per la salvezza, non dimentichiamolo mai. Poi se hai certe ambizioni devi essere bravo a costruire la squadra. Lui ha accettato le scelte della società perché è un professionista. In questi tre anni anche Italiano si è messo in discussione, ha cercato tutte le soluzioni possibili. Io, da tifoso viola, gli dico grazie. E’un uomo intelligente: è cresciuto, mi auguro che cresca ancora, come deve accadere per ogni professionista che fa il suo lavoro con passione e serietà".

E dopo di lui?

"Nessuno di noi conosce il suo destino. Quello che sappiamo è che un ciclo è finito e che questa squadra dovrà essere ricostruita. La società è attesa da un lavoro molto complicato. Se arriva un altro allenatore spero che non si smarrisca l’idea di giocare un calcio propositivo e che si riesca a trovare i giocatori giusti. Non sarà facile ma cambiare strada, secondo me, sarebbe un errore. Il bel calcio alla fine paga. Ma se crei tanto e non finalizzi allora finisce che butti via le occasioni".

Borja, un’altra notte di lacrime e rabbia.

"Io lo chiamo dolore. Un dolore violento. Lo vivono i tifosi, Lo vivono i miei amici che lavorano nella Fiorentina e chiunque, come me, abbia ha il giglio tatuato sul cuore".