REDAZIONE FIRENZE

Bisenzio, la manutenzione ha evitato il peggio

di Pietro Mecarozzi

Il fiume Bisenzio è sotto stretta osservazione, come lo è sempre stato. Gli argini della lunga arteria che attraversa la piana fiorentina, giovedì scorso, alle ore 21, sono stata sormontati senza però franare. Non è un caso, come ci spiegano dal Consorzio di Bonifica medio Valdarno, in quanto sul percorso del fiume "viene effettuata una manutenzione molto accurata e con cadenza ravvicinata". Questo ha permesso, continuano i tecnici, di "evitare ’tappi’, frane e ulteriori rotture ed esondazioni".

Ma andiamo con ordine. Giovedì notte gli argine del torrente Marina non reggono e franano sotto i colpi della corrente, all’altezza di villa Montalvo. Lì, il piccolo fiumiciattolo si incrocia proprio con il Bisenzio, come un’arteria quando incontra una venuzza. Il risultato? "L’acqua che ha invaso il territorio campigiano – spiega il Consorzio – è sì quella del Marina ma soprattutto quella del Bisenzio, che nella rottura ha trovata una sorta di valvola di sfogo per liberarsi della pressione che stava accumulando con la piena". Il punto di rottura, quindi, "è stato al bivio con la Marina, ma poteva avvenire in un qualsiasi altro tratto del fiume", continua. Forse con il rischio di fare più danni.

Vasche naturali dove la forza della corrente ha frenato e la pulizia dell’alveo che non ha causato la creazione di isolette di detriti sono state alcune delle fortune del fiume Bisenzio. "Movimentiamo i detriti sul letto del fiume - chiosano i tecnici –, per far sì che non diano vita a ’ostacoli’ naturali, e lasciandoli così portar via dalla corrente. Così manteniamo pulito il corso e non impattiamo nell’ecosistema". Un’opera che ha richiesto molto tempo e un’investimento economico notevole. "Sono stati investimi milioni per la manutenzione del Bisenzio e dei torrenti", spiega il presidente del Consorzio Marco Bottino. Che poi svela: "Per quanto riguarda il Marina, già nel 1999, conoscendo bene le caratteristiche del territorio, il Consorzio aveva proposto un piano di interventi da oltre 29 milioni di euro, facendo il calcolo a oggi, per rafforzare gli ai suoi argini. Ad oggi, però, di questi milioni ne sono arrivati solo otto dallo Stato e due dalla Regione". Pochi per pensare di realizzare un progetto di rifacimento delle sponde del torrente e degli altri canali. Che oggi più di ieri è diventato fondamentale.