REDAZIONE FIRENZE

Betori, nell'omelia un messaggio per i politici. "Nessuno può rivendicare Dio per sé"

Le parole del cardinale di Firenze in occasione dell’Assunzione della Beata Vergine nel giorno di Ferragosto

L’arcivescovo di Firenze, cardinale Giuseppe Betori

Firenze, 16 agosto 2019 - «Come Maria, ciascuno di noi è chiamato a porsi in atteggiamento umile e disponibile verso l'agire di un Dio che ha il potere di dare forma nuova alla vita dell'uomo, di trasformare la vita di una semplice ragazza nella Madre del suo stesso Figlio, di redimere la nostra esistenza dai suoi limiti. A rendere possibile questo progetto è la volontà e la forza salvifica di Dio e, nel contempo, la nostra umiltà, la rinuncia alla nostra hybris, alla nostra tracotante superbia, per cui pensiamo di farci dio a noi stessi, addirittura di porre fine alla nostra specie per dar vita a scenari transumani e postumani. O l'etica torna a guidare comportamenti personali e strutture sociali, ricerca e tecnologia, dagli ambiti biologici fino a quelli della comunicazione, o saremo vittime di noi stessi». Sono le parole del cardinale di Firenze, arcivescovo Giuseppe Betori, nell'omelia proclamata in cattedrale per la solennità dell'Assunzione della Beata Vergine Maria. Parole rivolte ai politici e alla politica. 

«La fede non è una dimensione della vita accanto alle altre - ha sottolineato Betori -, ma una modalità di guardare alla vita in tutte le sue dimensioni, personali e sociali. Questo va ribadito con forza nei riguardi di chi vorrebbe ridurre la fede nel recinto della coscienza e ostacolarne l'azione nel determinare le scelte e i comportamenti pubblici. Come pure la fede non può essere usata a coprire scelte e comportamenti che prescindono da essa. Nessuno può rivendicare Dio per sé, per la propria parte: siamo noi a doverci porre dalla parte di Dio».

«Emerge - ha anche detto Betori - l'impossibilità di assoggettare la fede a questo o a quel progetto di potere e l'inevitabile alterità della visione cristiana della storia rispetto ai progetti che si misurano sul consenso, sull'accumulo dei beni, sull'esercizio del potere. Non deve scandalizzare che lo stare dalla parte dei poveri generi diffidenza in chi pensa che la vita si realizzi nell'affermare se stessi, nel conquistare potere, nell'acquisire ricchezze. E' il prezzo da pagare per stare dalla parte di Dio».