Bernal e l’essenza del flamenco: "E’ condivisione e comunicazione"

Il ballerino Sergio Bernal porta la sua fusione di flamenco e balletto classico al Teatro Cartiere Carrara di Firenze il 23 marzo. L'arte universale della danza e la passione per il flamenco come forma di vita sono al centro della sua esibizione.

Un flamenco che sposa la forza della danza tradizionale spagnola con la luminosità del balletto classico. Anche per questo Sergio Bernal è considerato uno dei ballerini della sua generazione più influenti sulla scena internazionale. Col suo spettacolo “Una noche con Sergio Bernal“ sarà sabato 23 marzo alle 20,45 al Teatro Cartiere Carrara di Firenze.

Nel suo repertorio ci sono Sombrero de Tres Picos, Fantasy Galaica, Puerta de Tierra, Zapateado de Sarasate, Eritaña (Antonio Ruiz Soler); Bolero (Rafael Aguilar); Bolero (Fienile); Il cigno, El último encuentro en Concierto Andaluz (Ricardo Cue); Elettra (Antonio Ruz); Apollo (Balanchine) e le sue coreografie: Obertura, Ser, Folia de caballeros, Orgía, Bolero, Historia de un soldado, Petruska

Bernal, come fanno a sposarsi flamenco e danza classica?

"Molto bene. Io sono nato col flamenco ma poi al conservatorio ho studiato anche il balletto classico e ho capito che più tecniche conosci e meglio balli qualunque cosa. Il flamenco è un’energia, una forza e una passione che nascono da dentro il corpo. E’ un modo di comunicare degli spagnoli. Mentre la danza classica, oltre alla tecnica, ti dà bellezza ed eleganza".

Com’è il rapporto con l’Italia?

"E’ come una seconda casa. Io sono sempre in giro, vengo dagli Stati Uniti, devo andare a Dubai, ma quando arrivo in Italia e quasi come essere in Spagna".

Il bello della danza è anche questo, l’essere un linguaggio universale.

"Sì, è questo: un linguaggio universale. Puoi ballare dalla Cina all’Australia, tutti capiscono l’emozione del ballo, tutti ne avvertono la bellezza attraverso il movimento del corpo".

Torniamo al flamenco, che solo voi spagnoli sembrate avere nell’anima. Ma lo può ballare anche chi non è ispanico?

"Sì, certamente. Perché il flamenco è una forma di vita e quando l’hai capita allora la puoi ballare. Anche perché il flamenco non è sempre uguale, anzi è sempre diverso a seconda della persona che balla. E questa è la bellezza: puoi vedere due persone che ballano allo stesso tempo e capire che stanno esprimendo sentimenti diversi".

Cosa vuol dire che è una forma di vita?

"In Spagna, forse un po’ anche in Italia, la vita non è in casa, ma è fuori, nella strada, magari in un bar, a una festa dove tutti balliamo insieme, magari condividendo un problema. Questo è il flamenco, stare in una comunità, condividere, comunicare l’allegria o la tristezza".

Olga Mugnaini