Beffa aranci in via Cavour: "Piante già malate". Il Comune: basta pulirle

Segnalati parassiti sulle alberature. Ma Palazzo Vecchio rassicura tutti

È un percorso tormentato quello degli aranci in via Cavour. Appena piantati, già sono infetti. Ad accorgersene il consigliere del Quartiere 1 di Sinistra Progetto comune, l’agronomo Francesco Torrigiani. "Ho segnalato ai servizi fitosanitari della Regione, oltre che all’ufficio Ambiente del Comune, la presenza nei primi tre aranci amari collocati in via Cavour di Aleurocanthus spiniferus, un parassita di origine asiatica la cui presenza nell’area cittadina era nota – avvisa il consigliere su Facebook – Non un buon inizio. Come gruppo consiliare, depositeremo un’interrogazione e valuteremo di fare accesso agli atti. E’ essenziale capire da dove provengano queste piante: la presenza di questo parassita nei vivai richiede un intervento immediato, per ridurne la diffusione".

"Mi ha chiamato il servizio fitosanitario della Regione – ci spiega poi Torrigiani – confermandomi l’identificazione e soprattutto dicendo che di per sé non è drammatica la presenza. Ma è essenziale capire da dove vengano le piante, per intervenire nel vivaio".

Ma esiste un rischio propagazione ad altre piante ora, anche a quelle in spazi privati? "Sì, anche se appunto questo insetto era già segnalato in zona. Comunque nulla di irreparabile, vanno fatti trattamenti (anche biologici) e si deve conoscere la provenienza delle piante, per segnalare alla Regione".

Diverso scenario in caso di mancato, tempestivo, trattamento. "Questo insetto –conclude Torrigiani – crea una sostanza zuccherina sulle foglie su cui si sviluppa un fungo, la fumaggine, che va a coprirle riducendo la fotosintesi e la pianta pian piano deperisce fino alla morte".

L’amministrazione comunale dal canto suo rassicura che l’appaltatore ha garantito la salute delle piante e si tratta di un effetto sulle foglie che svanirà in pochi giorni, "anche a seguito di trattamenti di lavaggio specifici che non presentano alcun rischio per la salute delle persone e degli animali". "Tale garanzia – informa Palazzo Vecchio – è anche confermata dal vivaio di coltivazione che ha comunque fornito i documenti di provenienza delle piante. In ogni caso le piante già messe a dimora sono tenute sotto controllo dagli agronomi dell’appaltatore e del vivaista e nel caso gli effetti sulle foglie non venissero meno nel giro di pochi giorni si provvederà con la sostituzione".

Carlo Casini