
Tagli di banconote, foto di repertorio (Ansa)
Firenze, 26 giugno 2020 - «Riduzione del fatturato nel primo semestre 2020 nell'ordine di un quinto nell'industria e di circa un terzo nei servizi privati non finanziari»: è quanto prevede per le imprese toscane la Banca d'Italia, che oggi ha presentato a Firenze il suo rapporto dedicato all'economia regionale della Toscana, sottolineando che le imprese «hanno programmato una notevole revisione al ribasso della spesa per investimenti, già su livelli storicamente contenuti».
La crisi pandemica ha colpito duramente l'economia della Toscana, che potrebbe presentarsi alla fine del 2020 con numeri ben peggiori rispetto alla media nazionale, a causa della maggiore esposizione della Regione verso i settori piu' coinvolti dalla sospensione delle attivita'. Il Pil regionale, infatti, registrera' un calo di oltre il 10% quest'anno, con forti ripercussioni anche sul mondo del lavoro.
Tutto questo si inserisce all'interno di un contesto che gia' nel 2019 registrava una sostanziale stagnazione dell'economia regionale, con una crescita di appena lo 0,1%. I dati, contenuti all'interno del rapporto sull'Economia in Toscana, sottolineano come il fermo produttivo abbia comportato la sospensione temporanea di attivita' per la meta' del valore aggiunto nell'industria e per circa un quarto nel terziario (in particolare i comparti dedicati al turismo). Anche il settore delle costruzioni, cresciuto nel 2019, ha fortemente risentito della crisi pandemica.
Dopo lo sviluppo dell'export toscano nel 2019 (+15,6%), concentrato principalmente nei comparti della moda e dei metalli, l'epidemia ha avuto ripercussioni sulle vendite all'estero, che nel primo trimestre 2020 sono rimaste pressoche' invariate (0,3), registrando flessioni soprattutto nella moda e verso i paesi asiatici. Il rapporto certifica una riduzione del fatturato, nel primo semestre 2020, nell'ordine di un quinto nell'industria e di circa un terzo nei servizi privati non finanziari. Uno scenario, questo, piu' sfavorevole rispetto alla media italiana
Per Bankitalia «anche tenendo conto delle misure governative di moratoria e di accesso alla Cig, le imprese toscane a rischio di illiquidità nei settori sottoposti a chiusura sarebbero oltre un quinto, prevalentemente concentrate nei servizi commerciali connessi con il turismo. Il ricorso alla garanzia pubblica e il maggiore utilizzo dei margini disponibili sulle linee di credito hanno contribuito e contribuiranno ad attenuare le esigenze di liquidità soprattutto per le unità produttive di minori dimensioni verso cui si sono concentrati gli aiuti». «La pandemia ha colpito l'economia della Toscana in una fase già di conclamata debolezza ciclica», ha spiegato Mario Venturi, direttore della sede di Firenze di Bankitalia, presentando il rapporto, ed evidenziando temi quali «minore produttività del lavoro, minore propensione agli investimenti, minore efficienza».
Ricorso al prestito
Le domande presentate dalle imprese toscane al Fondo centrale di garanzia per operazioni fino a 30mila euro erano pari a 50.500 allo scorso 13 giugno. Le operazioni in questione, ha spiegato Venturi, riguardano finanziamenti «complessivamente per 1 miliardo di euro, a fronte di 12 miliardi di euro del totale nazionale, con una quota toscana dell'8,3%». Per il direttore della sede fiorentina di Bankitalia si tratta di «dati senz'altro importanti» che mostrano come «dopo un avvio faticoso nel mese di maggio il meccanismo sia diventato più fluido, e le imprese della Toscana vi abbiano fatto ricorso in misura percentuale maggiore rispetto alla media nazionale».
Assunzioni nella sanità
Aumentano le risorse a sostegno del sistema sanitario toscano, con l'assunzione di oltre 3.000 tra medici e infermieri e un incremento del 6,5% rispetto alla dotazione iniziale.. Prima dell'emergenza, secondo l'Istituto, la Toscana partiva da una maggiore dotazione di personale sanitario per abitante, ed era spiccato il ricorso all'assistenza domiciliare, modalita' di cura idonea a decongestionare le strutture ospedaliere e favorire il distanziamento sociale.