LISA CIARDI
Cronaca

Avvelenata Frida, angelo a quattro zampe

E’ una golden retriever, addestrata per interventi di protezione civile. Ha ingoiato un’esca tossica nel parco dell’Albereta

Frida, golden retriever in forza al nucleo volontario Cisom di Firenze

Firenze, 13 dicembre 2019 - Nei suoi tre anni di vita si è dedicata soprattutto a un obiettivo: allenarsi e addestrarsi per salvare uomini e donne in pericolo. Ma non è stata ripagata con la stessa moneta. Frida, una golden retriever preparata per intervenire soprattutto fra le macerie, da tempo in forze con il nucleo volontario Cisom di Firenze per gli interventi di protezione civile e di assistenza ai senzatetto, è in fin di vita dopo aver mangiato un’esca avvelenata. Pare che l’abbia trovata martedì nel parco dell’Albereta dove i suoi padroni la portano ogni giorno. Da allora sta combattendo con una violentissima emorragia ed è ricoverata in prognosi riservata in una clinica veterinaria.

Un gesto inspiegabile, che probabilmente non era rivolto contro Frida in modo specifico, ma contro qualsiasi cane si fosse trovato in quel momento a gironzolare per il parco. Come e perché qualcuno voglia avvelenare i nostri amici a quattro zampe, resta da sempre incomprensibile, ma episodi di questo tipo non sono purtroppo rari. "Frida ha 1100 ore di allenamento – spiegano Dino Fierli e Claudia Bernini, marito e moglie, proprietari di Frida – ed è pronta per effettuare interventi sia in macerie che per la ricerca in superficie. È un cane certificato per svolgere questo ruolo anche se ancora, essendo molto giovane, non è mai intervenuta in grandi calamità naturali.

Viene invece utilizzata sistematicamente per socializzare con i senzatetto e con persone in difficoltà". Per questi obbiettivi Frida si tiene allenata. "L’allenamento è di almeno 20 minuti al giorno e una giornata intera al mese normalmente la domenica – continua Dino, che la affianca negli allenamenti – ed è un cane multi-premiato anche a livello italiano per le sue capacità. Veramente non mi capacito del fatto che possa essere stata avvelenata. Sarebbe stato altrettanto grave per qualsiasi animale, ma il fatto che sia stata colpita proprio lei mette in risalto ancor più la cattiveria gratuita di chi fa gesti del genere. I danni che possono essere fatti sono gravi, in questo caso doppi: si rischia di uccidere un cane che è addestrato per salvare la vita all’essere umano". La denuncia è stata presentata ai carabinieri di Rovezzano, che stanno portando avanti le indagini.

"Siamo veramente distrutti – continua Gianluca Frasca, vicecapogruppo del Cisom di Firenze – perché Frida passa con noi intere serate ad aiutare chi ha bisogno. All’assurdità di provare a uccidere un cane, fatto già gravissimo di suo, si aggiunge in questo caso il rischio di vanificare uno sforzo di anni, a livello di tempo e anche di soldi, per addestrare un animale destinato a salvare gli essere umani. In un attimo, si può vanificare un percorso lunghissimo, che richiede tempo e dedizione sia da parte del cane che di chi si è dedicato alla sua preparazione". A questo punto non resta che sperare che Frida possa farcela. Secondo i primi accertamenti la "polpetta" avvelenata che qualcuno le ha fatto trovare sarebbe stata infarcita di veleno per topi, che ha un effetto fortissimo sulla capacità di coagulazione del sangue. Al momento è ricove rata nella clinica veterinaria di Firenze Sud, dove sono riusciti ad arrestare l’emorragia. Resta da vedere come affronterà i prossimi giorni. E chissà se, dopo un’esperienza del genere, avrà ancora voglia di dedicare la sua vita a salvare gli esseri umani. © RIPRODUZIONE RISERVATA