
L'interno di un autobus (Foto di repertorio)
Firenze, 5 luglio 2019 - Momenti di tensione, un disabile in carrozzina accompagnato dalla moglie deve scendere dal bus dell’Ataf, chiede all’autista di aiutarlo, lui non si muove, fa finta di niente, poi aiutato da una ragazza il signore in carrozzina, un marocchino sulla sessantina d’anni, riesce a scendere in piazza Santissima Annunziata, a Firenze. Era salito in piazza San Marco alla fermata del 23 verso le 11.50 di stamani.
Il disabile poi in segno di protesta si piazza davanti al bus, l’autista riparte di corsa lo evita e si dirige verso il lungarno, dove succede una cosa incredibile. Una ragazza protesta, diversi giovani alzano la voce, gli altri passeggeri con pazienza aspettano che tutto si risolva per il meglio, il bus riprende la sua corsa fino a quando un ragazzo alza la voce verso l’autista e gli dice “lei si dovrebbe vergognare”. Come risposta lo stesso autista ferma il mezzo sul lungarno della Zecca Vecchia, scende dal bus e di conseguenza fa scendere tutti i passeggeri costringendoli così a prendere quello successivo.
Del caso ora si sta interessando la stessa azienda di trasporto pubblico su sollecitazione anche del sindaco Dario Nardella. La prossima settimana questo autista sarà convocato dai vertici aziendali per sentire la sua versione dei fatti. Nel frattempo però l’assessore Stefano Giorgetti non esita a definire “ignobile” quanto è successo “è una brutta storia” commenta “oltre al problema della discriminazione razziale qui c’è anche l’aggravante della disabilità e l’autista era obbligato a d intervenire”.
A denunciare quanto accaduto è un giovane, Bernard Dika, ex presidente del parlamento degli studenti della Toscana e membro della direzione nazionale del Partito Democratico. Come si fa spesso di questi tempi, il ragazzo racconta dettagliatamente questa brutta vicenda su Facebook.
“Per scendere il signore disabile ha chiesto di essere aiutato (è un suo diritto come è dovere dell’autista spegnere i motori e aiutare nella salita e discesa il passeggero disabile). L’autista non si è degnato nemmeno di rispondere. Abbiamo aiutato noi, giovani, il disabile con un silenzio assordante degli adulti” denuncia Bernard sul social network. Sembrava tutto finito, ma la storia ha un epilogo che farà molto discutere.
“Il cittadino una volta sceso – racconta ancora lo studente – si è posizionato davanti al bus in segno di protesta per qualche secondo. L’autista ha dato un po’ di gas, si è fatto largo, e ha proseguito come se niente fosse accaduto”.
Nell’indifferenza generale, ad indignarsi per quanto è successo è solo il gruppetto di giovani. “Eravamo pochi, siamo andati a lamentarci chiedendogli ‘perché non l’ha aiutato?’ ma con un’arroganza fuori misura si è fermato poco dopo scendendo dall’autobus e costringendo tutti i passeggeri a prendere quello dopo”.
Insomma la denuncia è grave, perché si sarebbe trattato di una grave discriminazione, come fa notare lo studente nella parte finale del suo post “il cittadino disabile era di origine marocchina, accompagnato dalla moglie che portava legittimamente il suo burqa. Forse, per la sua fede, è un cittadino di serie b?”.