Duccio
Moschella
Dopo due anni, torna domani in presenza una delle celebrazioni più sentite e partecipate del calendario liturgico. Con la solennità del Corpus Domini e la processione eucaristica per le vie del centro, la chiesa fiorentina testimonia la sua presenza viva, qui e ora, di vicinanza e accoglienza a quanti cercano anche solo un sorriso. Le persone che negli ultimi due anni hanno chiesto aiuto, nei limiti del possibile, sono state ascoltate, pur nelle difficoltà oggettive che le realtà caritative locali, dalle Misericordie alla Caritas, dalla San Vincenzo alle parrocchie, si sono trovate ad affrontare dall’oggi al domani. Con l’ulteriore carico d’impegno legato alla guerra in Ucraina, con il sostegno immediato alle famiglie in fuga dal conflitto, soprattutto donne e bambini. Tutto ciò è stato possibile anche e soprattutto per la preghiera incessante che ha trasformato i credenti in persone credibili nella loro testimonianza. Domani sera, alle 20,30 nella solenne liturgia presieduta in Duomo dal cardinale arcivescovo Giuseppe Betori, e nella successiva processione che si limiterà a percorrere il perimetro della cattedrale, dato che ancora è meglio non abbassare del tutto la guardia sul rischio di contagio da Covid, l’occasione di un ulteriore rendimento di grazie.
In mattinata, sempre in Duomo, l’arcivescovo incontrerà invece il clero riunito. Un incontro riservato dove di sicuro si parlerà anche del percorso, iniziato con le dimissioni canoniche presentate dal cardinale Giuseppe Betori, che dovrà portare in tempi non brevi alla nomina del successore. In primo luogo però c’è da affrontare il governo della diocesi, con l’annuncio dei nuovi incarichi per i sacerdoti, e di fare il punto sull’azione pastorale. Le terne per la scelta del successore del cardinale Betori ipotizzate finora rischiano a lungo andare di togliere credibilità a chi le lancia, anche dall’interno della chiesa. Le procedure richiedono tempi lunghi di concertazione tra Nunziatura Apostolica, congregazione dei Vescovi e Cei prima di sottoporre al Papa proposte concrete.