
Asl, con il piano assunzioni meno 274 dipendenti
Si va sotto. Giù, a meno 274. I sindacati nell’attesa di ricevere il piano triennale delle assunzioni dell’Asl Toscana centro avevano già tirato su le antenne come radar. Ora che il piano è arrivato, dispiegandosi in tutta la sua magrezza, hanno drizzato il pelo. Se la Cgil, per dire, aveva congelato lo stato di agitazione solo perché erano stati stabilizzati 179 lavoratori precari interinali, ora pensa già a quali servizi saranno costretti a chiudere a febbraio per mancanza di personale: dalle cure intermedie di Camerata a due reparti di medicinagalli e Ponte a Niccheri, a una chirurgia di Santa Maria Nuova.
Non sono rose. Ma nemmeno begonie.
A fronte di una richiesta della Rsu aziendale di assumere almeno 300 dipendenti all’anno (tra medici, comparto sanitario e amministrativi) per rimpolpare le uscite emorragiche di questi anni, con tutta la generazione del boom in aria di pensionamento, la risposta dell’Asl Toscana centro fa cappotto. In tre anni anziché salire si scende, verranno perse 274 unità. Tra assunzioni e uscite, insomma, il delta sarà negativo: nel 2024 si perderanno 94 teste, 90 nel 2025 e altrettante nel 2026. Già che mancano i dottori, tanto da far tremare i servizi, nel triennio se ne perderanno altri 74.
Per non parlare degli psicologi di cui ne resteranno solo tracce. Il tutto per un risparmio sulla spesa del personale da 7 milioni e mezzo che si traduce in circa 2,4 milioni all’anno. Se il piano sarà gradito alla Regione, dove si continua a chiedere un risparmio sulla spesa corrente del personale (per via del vincolo nazionale che nessuno riesce a far rimuovere) ma anche sulle altre voci, i sindacati si faranno sentire. Il delegato Cgil della Rsu aziendale, Simone Baldacci, assicura che questo piano a queste condizioni non potrà essere accolto.
Irricevibile, insomma. In un momento in cui i cittadini lamentano disservizi, in cui la sanità avrebbe bisogno di iniezioni di ricostituente, si taglia ancora, ormai la carne viva, si spolpa fino all’osso.
In tre anni si perderanno oltre cento infermieri, quando nei reparti viene chiesto che per i carichi di lavoro con pazienti cronici e complessi possa essere introdotto anche un operatore sociosanitario in più a supporto.
Non può essere questa la strada giusta, non possono essere sempre i cittadini e i lavoratori a pagare il prezzo più alto.