REDAZIONE FIRENZE

Archivi storici, porte aperte. Viaggio tra libri e mappe

Domani visite gratuite in molti luoghi solitamente chiusi e riservati a studiosi. Dalla Basilica di San Lorenzo a Palazzo Pucci: le opportunità a Firenze dintorni.

Torna la possibilità di visitare gratis gli archivi delle dimore storiche. Grazie alla terza edizione di "Archivi.doc", giornata organizzata da Adsi (Associazione Dimore Storiche Italiane), nell’ambito dell’evento "Carte in dimora", domani aprono le porte ambienti solitamente riservati agli studiosi per svelare documenti, carteggi, libri, mappe, documenti e fotografie (prenotazione su www.associazionedimorestoricheitaliane.it).

Aperti a Firenze l’archivio Capponi alle Rovinate, quello capitolare e parrocchiale dell’insigne basilica di San Lorenzo, l’archivio Giovanni Spadolini di via Pian dei Giullari 139, quello storico di Palazzo Pucci, quello di San Niccolò del Ceppo, l’archivio di Roberto Longhi, di Anna Banti presso la fondazione di storia dell’arte Roberto Longhi. Porte aperte anche per l’archivio storico del teatro del Maggio, della Congregazione Buonomini di San Martino, degli Amici della Musica Firenze e dell’Accademia di Belle Arti. E ancora: l’archivio Villa Romana, quello Foto Locchi, di Antinori Aldobrandini di Brindisi, quello storico di Giunti Editore. Aperti poi l’archivio e la biblioteca della scuola di musica di Fiesole, l’archivio Niccolini di Camugliano, dell’Istituto storico della Resistenza, in via San Salvi quello de La nuova Tinaia. E poi l’archivio Guicciardini, della Fondazione Zeffirelli. In provincia aperti gli archivi Bini Smaghi Bellarmini e Corsini a San Casciano, il Ferragamo a Sesto Fiorentino, l’archivio storico Albizi Frescobaldi a Pontassieve e il Pietro Porcinai a Fiesole. Ma domani è anche la Giornata nazionale dei locali storici d’Italia: a Firenze sono aperte le visite al Grand Hotel Minerva, e all’Hotel Bernini Palace, dove la Sala del Parlamento ricorda il ruolo di questo edificio tra il 1865 e il 1871, quando Firenze era capitale del Regno d’Italia, e divenne Hotel Parlamento, dimora di parlamentari e senatori.

Maurizio Costanzo