EMANUELE BALDI
Cronaca

Un appartamento, due Comuni: "Le rogne? Raddoppiano"

Lo strano caso di Miria. La sua abitazione è divisa fra Bagno a Ripoli e Firenze,così tasse e burocrazia aumentano

La signora Miria con il babbo Gino

La signora Miria con il babbo Gino

Firenze, 14 aprile 2019 -  Via Adone Zoli è una costola nascosta di città, nell’ultimo lembo di Sorgane. Alloggi popolari, giardini dolci, silenzi di periferia. In questo francobollo di serenità si annida una vecchia faccenda kafkiana in grado di far saltare i nervi a un monaco buddista. Al civico 1 vive Miria con il babbo Gino. Seguiteci. Il portone della palazzina è di fatto nel Comune di Bagno a Ripoli, dopo due rampe di scale arriviamo all’uscio di casa che, guarda un po’, è nel Comune di Firenze. Entriamo. A sinistra le camere e il bagno sono di marca ripolese, la cucina e la stanzetta attigua sono fiorentine.

La casa di Miria e del babbo è ‘tagliata’ da una linea immaginaria che segna i confini dei due Comuni. «Ci sarebbe da ridere, se questa situazione non ci creasse assurdi problemi da anni. E se non ci costasse tanti soldi...». L’aspetto più anomalo è costituito dal fatto che ogni appartamento del palazzo presenta la propria superficie interna collocata anch’essa sul confine e dunque, catastalmente, ricade in parte sul Catasto Fabbricati fiorentino ed in parte su quello ripolese. «Questa situazione, in passato, ha generato situazioni grottesche. – prosegue Miria – Il civico, e quindi l’accesso, ricade su Bagno a Ripoli, ma la porzione dell’appartamento su Firenze veniva considerata come seconda casa. E la seconda casa come si sa comporta costi aggiuntivi in termini di tasse...».

Il problema, ad oggi, parrebbe risolto, ma il rischio che possa ripresentarsi resta. «E comunque l’Isee viene falsato da un patrimonio inesistente – prosegue – perché una parte dell’appartamento viene considerata seconda casa».

Altri guai? Il pagamento della nettezza a due enti o i procedimenti edilizi da presentare ad entrambi i Comuni per ristrutturazioni, ad esempio. Un moltiplicatore di grovigli burocratici da mal di testa. Miria si è già attivata presso il difensore civico, il quale, a sua volta, si è mosso sollecitando una risposta da parte dei comuni interessati. Il Comune di Bagno a Ripoli sostiene che la soluzione definitiva consisterebbe nel procedere ad una rettifica dei confini fra i due comuni: si tratterebbe ovviamente di una pratica lunga e complessa, non programmabile nell’immediato. Miria però non è il tipo di donna che si dà per vinta e così si è rivolta al Centro Auser di Gavinana dove esiste un servizio gratuito di orientamento legale gestito dall’avvocato Roberto Visciola, tra l’altro esperto del settore, che illustra così lo stato dell’arte. «Il posizionamento del fabbricato sul confine è una situazione chiaramente atipica ed esistono incongruenze a livello catastale che potrebbero causare problematiche in sede di eventuali compravendite – sottolinea Visciola – Quando un immobile viene ‘compravenduto’, è necessario indicare molteplici aspetti, tra i quali rientrano gli estremi identificativi catastali».

«Nessun problema – prosegue – per la posizione posta su Bagno a Ripoli, regolarmente identificata nel Catasto Fabbricati del Comune di Bagno a Ripoli su Via Adone Zoli, da cui ha accesso l’unità immobiliare. Assolutamente incongrua, invece, l’identificazione della porzione di appartamento posta sul Comune di Firenze. Nel Catasto Fabbricati del Comune di Firenze tale porzione viene, infatti, assurdamente posizionata su Largo Adone Zoli (e quindi in zona piazza Libertà) e ciò in quanto Via Adone Zoli non esiste nel Comune di Firenze. A parte altre considerazioni, un acquirente si fiderebbe di comprare un immobile che, catastalmente, risulta posto per metà a Sorgane e per l’altra metà in piazza Libertà?».

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