Può succedere che nell’intimità della clausura, lo spazio interiore dell’artista sia abitato da anime misteriose. I due anni di emergenza sanitaria hanno provocato vari effetti. Nel caso della pittrice Anna di Volo, la chiusura forzata ha contribuito ad un processo creativo silenzioso e spirituale. Ritratti senza volto, figure ieratiche, spiriti assorti nella preghiera sono le creature nate dalla sensibilità dell’artista. La mostra si intitola "La dissolvenza del volto", fino al 22 maggio al convento di San Marco (via Cavour 56), nella Sala Annigoni. La pittrice ha scelto opere del passato e nuove produzioni, legate da un dialogo metafisico. Uomini di chiesa, donne velate, monache dalla dolcezza ultraterrena sono i soggetti dell’artista, che ha fatto della dissolvenza del volto la propria cifra stilistica. In Anna di Volo ritroviamo la preghiera e la spiritualità di San Marco, con il chiostro che ricorda una storia centenaria. I santi e gli studiosi sono avvolti in morbidi panneggi, definiti dal nero e dal bianco, dei padri domenicani del convento. Anche se avvolte nel silenzio, le figure di Anna dialogano anche con gli affreschi di Annigoni, in un contrappunto di emozioni. L’artista ha confidato di essersi avvicinata alla fede grazie all’esempio e alla spiritualità del priore di San Marco, che oltre a curare lo spirito si impegna per la cultura. All’inaugurazione, il sindaco Dario Nardella, la vice presidente del consiglio comunale Federica Giuliani, la consigliera regionale Cristina Giachi, la presidente dell’Opera Di Santa Croce Cristina Acidini. Da vedere.