Amianto, maresciallo della finanza "vittima del dovere": risarcimento e vitalizi

La corte d'Appello di Firenze conferma la condanna del Tribunale di Grosseto a carico del ministero dell'Economia e della finanze

Un'aula di tribunale (Foto d'archivio)

Un'aula di tribunale (Foto d'archivio)

Firenze, 21 aprile 2022 - La Corte di appello di Firenze ha confermato la condanna del Tribunale di Grosseto a carico del ministero dell'Economia e delle finanze riconoscendo lo status di vittima del dovere per un ex maresciallo della Guardia di finanza, oggi 75enne, colpito da asbestosi. Lo rende noto l'Osservatorio nazionale amianto spiegando che i giudici di primo grado avevano riconosciuto che il finanziere si sarebbe ammalato per aver lavorato a contatto con amianto, materiale, si spiega, «almeno fino al 1992, usato per la protezione dei collettori di scarico e delle turbine dei motori dei natanti su cui era imbarcato».

L'Osservatorio spiega che il 75enne percepirà 50mila euro per l'invalidità da asbestosi, arretrati per oltre 100mila euro, e assegni vitalizi di 1500 euro mensili per tutta la vita. L'ex maresciallo, riferisce Ona, è stato impiegato anche in attività di soccorso oltre che di repressione del crimine nella scuola nautica della Guardia di finanza di Gaeta, ha poi lavorato nelle stazioni navali di Taranto, Palermo e Porto Santo Stefano, e nel 2014 ha subito l'insorgenza di asbestosi. «Il ministero dell'Economia e delle finanze aveva prima riconosciuto la causa di servizio e l'equo indennizzo, e poi lo ha revocato. Il Tribunale di Grosseto ha disposto un accertamento che ha riconosciuto che le infermità del maresciallo sono state connesse all'esposizione ad amianto. Quindi, il tentativo in appello di ribaltare l'esito è naufragato. Nonostante la ferma opposizione dell'Avvocatura dello Stato, anche l'altro perito, nominato dalla Corte di appello di Firenze», ha confermato gli accertamenti di primo grado perché «in effetti - spiega l'avvocato Ezio Bonanni, legale del militare - il maresciallo è sempre stato in contatto con materiale contenente amianto. A seconda dei turni di servizio, che variavano dalle otto alle dodici ore, era sempre esposto all'asbesto in quanto doveva restare per tutto il turno presso il locale macchine e specialmente quando il natante era in navigazione. Si tratta di una sentenza importante - aggiunge il legale - perché rafforza la condanna del Tribunale di Latina che ha accertato il rischio amianto nella Guardia di finanza nel caso di Antonio Dal Cin».

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