Dario Dainelli ha sempre descritto la passione per la viticoltura come un amore cresciuto nel tempo, in anni di lavoro e attese.
Tra un calcio al pallone da giocatore e una seconda carriera prima da dirigente e poi nello staff di Gilardino al Genoa, non immaginava che quella sua grande infatuazione – che oggi lo vede proprietario di tre ettari di vigneti sulle colline di Cerreto Guidi – potesse in qualche modo essere minata da problematiche oggi sotto gli occhi di tutti:
"La situazione a cui siamo arrivati non è semplice, nonostante la mia azienda sia piccola e gli effetti che abbiamo avuto siano proporzionati" racconta. "Parlando con amici ho notato che da più parti il contesto a cui stiamo assistendo sta diventando insostenibile".
Nel suo caso, Dainelli, cosa lamenta?
"Abbiamo avuto rincari sui costi di manutenzione. Per non venir meno alle funzioni della temperatura controllata, essenziale nella produzione del vino, abbiamo dovuto fronteggiare spese sulle bollette della luce molto alte, in virtù dell’utilizzo sempre a norma dell’impianto di refrigerazione".
Tra le ragioni che hanno spinto gli agricoltori a protestare ce n’è una che approva di più?
"La sensazione è che l’Italia sia un Paese che fatica, in virtù dei suoi regolamenti, a essere competitiva sul mercato, del vino e non solo. Se entri in concorrenza con altri Stati, noti subito che altrove le leggi sono diverse e fai fatica ad avere la meglio".
C’è chi se la prende anche con il Green Deal europeo…
"Io amo la mia terra. Ho scelto di fare l’imprenditore nelle zone dove sono nato con il solo scopo di proporre un prodotto sano e che rispettasse l’ambiente. Il sentore però è che su certi temi, come l’ambientalismo, spesso ci si avvicini all’esasperazione".
Se la immagina, dopo le manifestazioni sulle autostrade, una protesta anche negli stadi?
"È dura portare un trattore allo stadio… ma ben venga uno striscione se tutto ciò dovesse servire a dare un segnale".
Questo contesto le ha fatto perdere un po’ la passione per la viticoltura?
"Al di là del mio amore per il vino, che resta un’attività parallela a quella che svolgo nel calcio, quello che mi preme è che possa essere trovata una soluzione per chi nel mondo dell’agricoltura ci vive. E lì vuole costruirsi un futuro".
Andrea Giannattasio