Alta velocità? Presto e bene

Firenze ha un interesse antico per la ferrovia, a partire dalla Leopolda, prima linea nella Toscana Granducale. Dalla metà dell’800 famiglie fiorentine di spicco investirono nel nuovo mezzo di trasporto, allora gestito da privati. Tant’è che furono i deputati toscani di Ubaldino Peruzzi a staccarsi nel 1876 dalla maggioranza parlamentare e a votare contro il governo, la Destra erede di Cavour, favorevole a una "statizzazione" dell’esercizio ferroviario, provocandone la caduta e consentendo l’avvento della Sinistra alla guida dell’esecutivo. La città ha rappresentato un nodo fondamentale nel passaggio da Nord a Sud e viceversa, ed intende conservarlo. Nel 1864 era stata aperta la Porrettana, fra Bologna e Pistoia, con un binario unico e una galleria attraverso l’Appennino di 2700 metri: con pendenze tali da mettere a dura prova la potenzialità dei treni a vapore.

Nel 1934, dopo anni di studi e di lavori, ecco la "rivoluzionaria" apertura della "direttissima", con la seconda galleria al mondo (ancora oggi fra le prime venti) di diciotto chilometri e mezzo per i treni ormai a trazione elettrica. Dalle cinque ore di viaggio occorrenti per raggiungere Bologna da Firenze, alla metà degli anni Sessanta del XIX secolo, si passava a poco più di un’ora, ridotta ai tempi nostri a 37 minuti con l’alta velocità. La frenetica corsa contro il tempo della vita odierna impone, pure a caro prezzo, il "risparmio" degli otto minuti necessari per la manovra d’ingresso e di uscita da Santa Maria Novella, una stazione "morta", come Roma Termini e Milano Centrale: altrimenti la città rischia di finire in disparte, già "scansata" dalla quarantina di treni veloci che collegano direttamente Roma a Milano. Appare dunque inevitabile accogliere l’avvio imminente dell’opera di perforazione delle "talpe" meccaniche impegnate a scavare gallerie nel cuore di Firenze, creando non pochi disagi e difficoltà alla popolazione. L’auspicio è che i lavori, indispensabili, siano fatti come si deve e in tempi ragionevoli. Il risultato conclusivo, con il decentramento dell’alta velocità nella nuova stazione Foster, collegata in superficie con S. Maria Novella, porterà a un maggiore respiro al trasporto locale, con l’effettivo sollievo negli spostamenti dei lavoratori, i "pendolari" sottoposti attualmente a sempre più frequenti, estenuanti sacrifici.

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