Una diffida "al ripristino dello stato dei luoghi e al risarcimento dei danni derivanti dall’alluvione del 2 novembre 2023 e dall’allagamento dell’8 settembre 2024".
E’ quella formalizzata dagli avvocati Simona Pragliola e Katia Traversini, legali del Comitato via Cetino-via Campanella (una cinquantina gli iscritti) e inviata a Comune di Campi, Regione, Consorzio di bonifica Medio Valdarno, Dipartimento di Protezione civile della Toscana e, per conoscenza, alla Prefettura.
Diffida che fa seguito alla querela presentata da una ventina fra nuclei familiari e attività commerciali nelle settimane immediatamente successive all’alluvione dell’anno scorso.
Oltre a una serie di incontri in Procura, come ci ha spiegato l’avvocato Pragliola, e che trae ulteriore forza dall’ondata di maltempo di inizio settembre quando in tanti si sono trovati, seppur con forza minore, "a rivivere quanto successo un anno prima in un ‘balletto’ di responsabilità che ci ha stancate, ma soprattutto, ha stancato i cittadini che tuteliamo".
Due essenzialmente i punti su cui l’avvocato Pragliola focalizza la propria attenzione: quello dei rimborsi, "inadeguati" e in modo particolare quella degli interventi per la sicurezza idraulica del territorio.
"Non abbiamo la certezza – aggiunge l’avvocato – che i lavori fatti possano essere efficaci". E la dimostrazione sarebbe proprio quanto successo a settembre "con strade, abitazioni - si legge nella diffida -, giardini, cantine e garage allagati. Non si può tollerare, quindi, che a un anno dall’alluvione, in quel caso ancora meno, non si sia provveduto ad adottare le necessarie cautele onde evitare il ripetersi di eventi di tale portata".
La sensazione, insomma, parlando con le legali del comitato di via Cetino– Campanella è che si sia persa un po’ la bussola e che "non siano stati fatti interventi mirati come invece era necessario".
Non solo "perché in occasione di uno degli incontri in Regione prima dell’8 settembre ci siamo sentiti dire che dovremo fare i conti con eventi climatici eccezionali non più rari. E’ del tutto fondato, quindi, il timore che investe i cittadini, si è visto con la prima, grande pioggia di questo autunno quando in pratica ci siamo ritrovati punto e a capo". Quindici, invece, i giorni indicati nella diffida per provvedere a fare quanto chiesto dalle due legali: "In questo momento – conclude l’avvocato Pragliola – le indagini sono ancora in corso e da parte nostra, finché non avremo accesso al relativo fascicolo e capire se gli interventi siano stati tardivi, ma anche se è mancata un’efficace azione preventiva, possiamo solo continuare a ‘pungolare’ tutti gli enti interessati. E possiamo farlo con la presentazione di nuovi atti e altri materiale. E noi continueremo a farlo".