REDAZIONE FIRENZE

"Alle Poste mancano 160 sportellisti, sciopero"

"Nella divisione sportelleria e ramo finanziario si registra una grave carenza di personale per garantire l’apertura degli uffici postali, con...

"Nella divisione sportelleria e ramo finanziario si registra una grave carenza di personale per garantire l’apertura degli uffici postali, con...

"Nella divisione sportelleria e ramo finanziario si registra una grave carenza di personale per garantire l’apertura degli uffici postali, con...

"Nella divisione sportelleria e ramo finanziario si registra una grave carenza di personale per garantire l’apertura degli uffici postali, con spostamenti degli operatori, sportelli chiusi e migliaia di ore di straordinario all’anno". E’ la ragione dello sciopero alle Poste del 3 giugno a Bologna da parte di Cgil e Uil. Uno sciopero figlio del piano industriale mal digerito e che "impone un piano di riorganizzazione sulla Toscana", protestano Slc Cgil e UilPoste. Che lamentano nel solo ramo toscano, su 900 uffici postali, la mancanza di almeno 160 operatori tra gli sportellisti. "Ma i posti da assegnare con un concorso interno sono 14 per tutta la regione".

Così suddivisi: 5 per Firenze, 2 per Prato e Pistoia, e un’unità per Arezzo, Grosseto, Lucca, Massa Carrara e Pisa. Numeri lontani dalle stime di fabbisogno dei sindacati: oltre 30 per Firenze, tra le venti e le diciotto unità per Prato, Pistoia e Siena, una decina per Lucca, giusto per fare degli esempi. "Poste è una azienda che negli ultimi 8 anni ha aumentato i ricavi e gli utili, ha ristretto l’organico stabilizzato, ha accresciuto l’organico precario, ha abbassato il costo del lavoro - l’accusa di Cgil e Uil -. Questi sono numeri di assunzioni sono insufficienti a garantire operatività e qualità".

Anche la rete dei portalettere è al centro della protesta: le sigle prevedono un taglio di 210 zone di recapito "che apre la porta a esuberi tra i portalettere" nella sola Toscana entro il 2026, con l’avvio nel ’25 in provincia di Lucca, poi Pistoia e Pisa (sempre quest’anno) mentre alle altre province toccherà nel 2026. "Nella logistica problemi evidenti. I corrieri dovranno lavorare tre ore in più settimanalmente".

In serata è arrivata una nota dell’azienda: "In Toscana non c’è alcun taglio del servizio pubblico né riduzione di organico". La "rimodulazione organizzativa" è dovuta "alle mutate esigenze del mercato": "Una forte crescita del volume dei pacchi e un sensibile calo della corrispondenza tradizionale, oltre a un’implementazione dei servizi offerti".

Francesco Ingardia