
La grande chiazza nel fiume è stata segnalata domenica pomeriggio
Dopo le segnalazioni di domenica pomeriggio, i lavori di rimozione delle alghe nel tratto urbano del fiume Arno e sono in corso da ieri. Lo spiega, in una nota, il Consorzio di Bonifica Medio Valdarno precisando che i lavori dureranno qualche giorno. Le alghe proliferano dove l’acqua è più bassa e calda, come in questo periodo. L’ultimo avvistamento è una grande chiazza di alghe, dal colorito marrone, tra Varlungo e l’Albereta, all’ingresso del fiume in città. Ci sono poi distese di Potamogeton natans (detta comunemente brasca) e di alga alligatore. Si tratta, si precisa dal Consorzio, presieduto da Marco Bottino, di fenomeni "naturali, impossibili e inutili da evitare con soluzioni meccaniche, ma che in situazioni specifiche possono essere regolati grazie al lavoro del Consorzio di Bonifica".
Gli interventi di rimozione delle alghe che crescono in acqua, principalmente lungo le sponde, dove la profondità è scarsa ed è invece alto il riscaldamento del flusso di corrente, lento, se non impercettibile, dureranno qualche giorno. Come ogni anno, la stagione estiva - con le alte temperature esterne, lo scarso afflusso da monte, la mancanza per lunghi periodi di pioggia e di piene - mette in seria difficoltà l’Arno, specie nel suo tratto cittadino, costretto tra le mura delle spallette, senza ombreggiatura e con un ‘carico antropico’ d’intorno piuttosto alto. Le acque si abbassano e si surriscaldano, l’ossigeno scarseggia arrivando ad ‘ipossia’ e aumentano dunque le concentrazioni di azoto: tutte condizioni che favoriscono la prolificazione di diverse specie di alghe acquatiche: l’ultimo avvistamento di quest’anno una grande chiazza di alghe dal colorito marrone tra Varlungo e l’Albereta.
Non mancano, come al solito le distese di Potamogeton natans, altrimenti nota come brasca, presente anche in altri corsi d’acqua del cosiddetto reticolo minore, così come la più temibile Alternanthera philoxeroides, l’alga alligatore appunto, una specie alloctona, aliena e invasiva, incidentalmente importata e diffusa a causa dell’azione dell’uomo con particolare localizzazione in Toscana e Lazio, così come classificato dall’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, sul sito specieinvasive.it.
Duccio Moschella