
Vigili del fuoco (immagini di repertorio)
di Andrea Settefonti
Andati in fumo 45 anni di attività e il lavoro di 10 famiglie. Nell’incendio all’alba di ieri alla Falegnameria Andreoni, nella zona industriale di Meleto, tra Strada in Chianti e San Polo, non sono bruciati soltanto mobili, vernici, strutture, ma quella che è la vita della famiglia Andreoni e quella dei sette dipendenti. La chiamata ai vigili del fuoco è arrivata attorno alle 5,30 di ieri mattina. Sul posto sono arrivate squadre dal comando di Firenze e dai distaccamenti di Figline, Firenze Ovest, Calenzano e anche Arezzo, Prato e Siena. In tutto tre squadre, quattro autobotti, due cisterne e oltre 30 pompieri cui si sono aggiunti volontari della Vab, carabinieri e 118, per un imponente schieramento di uomini e mezzi che è stato fondamentale per evitare il propagarsi dell’incendio anche alle altre strutture della zona artigianale, fabbriche che avrebbero potuto essere attaccate del fuoco. Le fiamme partite in maniera accidentale, almeno così sembra dai primi rilievi, ipotesi suffragata dal fatto che per entrare i vigili del fuoco hanno dovuto sfondare il cancello d’ingresso ancora chiuso. L’incendio ha interessato tutta la fabbrica, la parte della lavorazione con i mobili già pronti per la consegna e lo show-room. Il fuoco ha trovato gioco facile tra il legno, le vernici e i solventi e in poco tempo ha divorato tutto, compresi due veicoli tra cui il furgone della ditta e i pannelli fotovoltaici. Anche il tetto è crollato. A rimanere in piedi soltanto lo scheletro annerito di cemento di quella che era una azienda di mille metri quadrati. "Non c’è rimasto niente, tutto quanto costruito in 45 anni non c’è più", racconta alla Nazione, con la voce rotta dalla disperazione, Stefania Andreoni, una dei soci. Ma la donna non si lascia sopraffare dagli eventi e trova la forza per guardare al futuro. "Noi siamo pronti a ripartire, già da domani i dipendenti e noi, la mia famiglia, siamo pronti a tornare al lavoro. Chiediamo soltanto un aiuto dalla Regione, dalla Provincia o dal Comune, da chiunque sia disposto a darci una mano. Chiediamo un capannone, uno dismesso o di qualche azienda in fallimento, e alle istituzioni chiediamo di aiutarci concretamente magari pagando l’affitto per qualche mese. Abbiamo ordini, abbiamo richieste, siamo pronti a lavorare da subito. Ma per farlo ci serve un contributo economico, vogliamo andare avanti". Dopo lo spegnimento delle fiamme ci sarà la conta dei danni e la bonifica della zona e la sua messa in sicurezza. Proseguiranno anche gli accertamenti da parte dei vigili del fuoco per capire con maggior esattezza quale possa essere stata la causa di quell’incendio.