REDAZIONE FIRENZE

"Aggressivo e violento". Piazza Tasso, maxi condanna

Due anni e otto mesi al tunisino protagonista dei pestaggi del 17 agosto. Aveva picchiato un anziano, il rione si mosse in difesa del più debole.

Firenze, 28 agosto 2020 - Una condanna lampo e pesantissima per il nordafricano che attaccò briga, senza motivo, con un anziano e pestò violentemente le persone che intervenivano per difendere il più debole. Il giudice, Alessio Innocenti, gli ha inflitto una condanna a due anni e otto mesi, pena ridotta di un terzo (altrimenti sarebbero stati 4 anni) perché l’imputato ha optato per il rito abbreviato.

Era il 17 agosto, in piazza Tasso. Poco prima dell’ora di cena, si incrociarono gli sguardi di Chahed Ghizaoni, 20 anni, tunisino, e Romano C., sanfredianino doc. Il giovane insiste a fissarlo, Romano chiede perché lo guardi a quel modo. Questo basta al tunisino - che secondo la polizia è alterato, non si sa bene da quali sostanze - per prendere fuoco. La cronaca dei fatti l’abbiamo raccontata la settimana scorsa. Evidenziando che il "carattere" di San Frediano ha fatto sì che Romano C. non rimanesse solo in balìa del prepotente.

Perché dopo che il tunisino - che probabilmente dorme nello stabile occupato della vicina via Giano della Bella e dice di essere un praticante di arti marziali - si è avvicinato smanaccando sul volto di Romano e urlando frasi in arabo, si alzano in piedi in diversi. Uno è Romel D., un rumeno di 45 anni, l’altro è Antonio V., 59enne fiorentino. Antonio prova ad allontanare il 20enne con una spinta, ma riceve dei pugni. Anche il rumeno viene colpito in pieno volto, e nel cadere si lesiona anche una gamba. A mettere in fuga il tunisino, arrivano altri due delquartiere, Manuel V. e Mattia R.

Il resto lo hanno fatto gli agenti di polizia, che hanno trovato il tunisino in via Giano della Bella e lo hanno arrestato nonostante il tentativo di sottrarsi alle manette. Per nascondersi, aveva tentato di raggiungere anche il tetto dell’edificio.

L’altra mattina, nell’ultimo atto dell’udienza per direttissima, il tunisino ha chiesto scusa, non opponendo comunque una spiegazione a tutta quella violenza gratuita e immotivata.

Ed il giudice non si è fatto intenerire: Ghizaoni viene definito soggetto dalla "non comune aggressività", "certamente avvezzo all’esercizio della violenza", sulla base anche delle lesioni cagionate ai suoi "avversari". Nel calcolo della pena, anche l’aggravante dei motivi "abietti e futili" che hanno ispirato la sua condotta.

Il tribunale ha pertanto mantenuto la misura della custodia in carcere e ha disposto che alla fine dell’espiazione della pena, il tunisino venga espulso dall’Italia.

ste.bro.