Aeroporto Nuovo botta e risposta Tecnici e ambientalisti ancora divisi

Ieri al Palazzo degli affari il secondo appuntamento del dibattito pubblico sul masterplan di Peretola. I progettisti: "Previste importanti opere di compensazione". La replica: "Molte specie di animali a rischio"

di Sandra Nistri

Secondo ‘round’ del dibattito pubblico sull’aeroporto, ieri a Palazzo degli affari e in modalità online, dedicato ad uno degli aspetti più controversi del nuovo masterplan: quello degli aspetti ambientali e paesaggistici legati all’intervento.

Capitolo cruciale visto che la nuova pista interferirà con habitat radicati come il lago di Peretola (che dovrebbe essere ‘trasferito’ a Signa) e anche sull’Oasi Val di Rose del WWF e sulla porzione di parco della Piana di Sesto. Ad aprire l’incontro il saluto del governatore Eugenio Giani: "Lo sviluppo dell’aeroporto è imprescindibile non solo, come si sente dire spesso, per il turismo ma anche e soprattutto per il tessuto economico e per le aziende della zona. È necessario che l’aeroporto sia sostenibile ambientalmente e la pista declinata per adattarsi meglio all’ambiente è una soluzione convincente. Da parte mia prendo l’impegno di fare una programmazione di progettazioni e interventi per il parco della Piana e, sotto questo aspetto, vi è il vantaggio di avere recuperato 47 ettari nel Comune di Sesto". I tecnici di Toscana Aeroporti si sono invece soffermati su aspetti come gli impatti acustici ed atmosferici previsti con il nuovo progetto, sulla gestione dei rischi idrogeologici e sulle opere di compensazione previste: saranno tre, una nella zona di Mollaia con la realizzazione di un habitat congeniale per anfibi e rettili, una a Santa Croce sul territorio sestese con la creazione di nuova zona umida e il ridisegno maglia storica degli appezzamenti e una "Il Piano di Manetti" a Signa che, appunto, dovrebbe assolvere la funzione fino ad oggi svolta dal lago di Peretola. Ampia poi la relazione di David Fanfani professore di Tecnica e Pianificazione urbanistica dell’Università di Firenze dedicata a tutto tondo al parco agricolo della Piana con una serie di problematiche aperte, alla fine, rispetto al progetto aeroportuale: tra l’altro la concezione ancora compensativa del sistema agroambientale che, da elemento ordinatore come definito nel Pit regionale, passa a fattore di mitigazione o rispetto con cui temperare gli effetti del progetto. Pollice verso invece, ancora una volta, di Legambiente:

"Noi – ha spiegato Giacomo Bruni del circolo di Sesto – crediamo che gli interventi di mitigazione previsti non siano efficaci per tutelare la biodiversità: saranno creati ambienti ex novo al posto di altri dove tante specie avevano trovato il loro habitat. Il grosso rischio è di prendere pochi esemplari rispetto a quelli che ci sono e inserirli in aree dove magari saranno mangiati dai gamberi della Louisiana".

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