Rossella Conte
Cronaca

Abiti ad hoc per donne musulmane. “Apro un negozio per la mia gente”

A Pontassieve la prima attività in Toscana con capi d’abbigliamento specifici per signore islamiche

Abiti ad hoc per donne musulmane in un negozio di Pontassieve

Abiti ad hoc per donne musulmane in un negozio di Pontassieve

Pontassieve (Firenze), 27 giugno 2023 – Porta il nome del capo maggiormente indossato dalle donne musulmane, lo hijab, il tradizionale velo che lascia il volto scoperto alle signore di fede islamica: si chiama «Hijab Firenze» il negozio che aprirà sabato a Pontassieve, primo in Toscana concepito ad hoc per vestire le donne con il velo.

Ad aprirlo è Aicha Lamtakham, 36enne di origini marocchine che è arrivata a Firenze all’età di 9 anni. «Da 6 anni sogno di aprire il mio negozio e di offrire un servizio a tutte le donne musulmane che oggi non hanno un luogo dove poter fare shopping o comprare quello che vogliono» racconta Aicha.

Nel suo negozio c’è il tipico hijab appunto, ma ci sono anche le fascette da mettere sotto al velo, la jellaba, il kaftan e l’abaya. Non mancheranno camice e maglie più lunghe e pantaloni ma anche abiti che rispettino il credo musulmano ma che allo stesso modo possano vestire in modo occidentale, per esempio, le centinaia di studentesse che hanno scelto la Toscana per completare i propri studi. «Venderemo anche il burkini - prosegue - che permette alle nostre sorelle di andare al mare o in piscina rispettando la legge islamica».

Aicha, con esperienza nel settore della pelletteria, ha deciso di rimboccarsi le maniche e colmare un vuoto che esiste in Toscana ma anche in Italia visto che i negozi per donne con il velo si possono contare sulle dita di una mano. «Ho tante amiche che da sempre mi dicono di non avere un posto dove poter comprare abiti da indossare. Acquistano online ma spesso le taglie non coincidono o quando arrivano a destinazione una volta indossati non stanno bene. Tante invece aspettano di tornare a casa, magari quell’unica volta l’anno, per poter fare scorta di indumenti« racconta. Aicha non è affatto spaventata dalle possibili critiche che potrebbero arrivare.

«Quelle ci sono e ci saranno sempre, oramai non ci facciamo più caso. Anche ora, per esempio, c’è qualcuno che scherza quando col caldo ci vede vestite con gli abiti lunghi. Ma ognuno deve fare quello che si sente. Sono molte di più invece le manifestazioni di affetto che sto ricevendo» sorride. Per ora la 36enne ha deciso di non vendere il burka, che nasconde in varia misura anche il volto, perché «qui in Toscana non viene usato molto». «Il nostro negozio - aggiunge - si rivolge anche a una clientela non musulmana. I nostri capi vengono principalmente dalla Turchia, ma sono capi che possono portare tutti. Per esempio abbiamo maglie lunghe, pantaloni, gonne, pigiami».