Abbonamento obbligatorio ai mezzi La rivolta degli studenti universitari

Protesta contro la tariffa inserita nella retta. "Spesa inutile per chi non li usa". L’Ateneo: "Calmiera i prezzi"

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di Cosimo Ballini

Infuria sempre più la polemica degli studenti dell’ateneo fiorentino, schierati contro la convezione stipulata dall’Università con Autolinee Toscane, che a partire da quest’anno accademico prevede il pagamento obbligatorio di una quota variabile (in base all’Isee dello studente) tra i 48 e i 75 euro.

L’abbonamento sui mezzi pubblici fiorentini ha una validità di 10 mesi e ne sono esclusi gli iscritti con reddito entro i 24.000 euro e quanti usufruiscono dell’esonero dalle tasse. Tuttavia, gli scorsi anni la Carta dello Studente rilasciata dall’Università in convenzione con la Regione Toscana, l’Azienda per il Diritto allo Studio Universitario e le altre università toscane, prevedeva il pagamento di un contributo di 48 euro per i mezzi pubblici, già incluso nella prima retta e uguale per tutti, che lo studente non intenzionato a usufruire del servizio poteva scegliere di non pagare, inviando un’email di rinuncia.

"Fino a un anno fa – ricorda Gabriele Masini, rappresentante della lista Csx-Firenze – l’accordo era questo. Invece, adesso con Autolinee Toscane la situazione è cambiata. Noi vogliamo rendere il servizio gratuito, in particolare utilizzando i proventi dello "scudo verde" che verrà istituito, vogliamo che il Comune finanzi gli abbonamenti anche per gli universitari". Accrescono la fila dei contrari gli studenti che per ragioni diverse non fanno uso dei mezzi, come chi è pendolare e raggiunge l’università in macchina o in motorino.

"Penso che l’abbonamento non debba essere obbligatorio – dice Carlo Spadoni, rappresentante della lista Obiettivo Studenti –. Io per esempio sono pendolare da Prato e uso il treno o il motorino per andare in università. Questo contributo è solo una spesa in più rispetto alla retta e per chi ha anche un affitto da pagare".

Tra gli studenti, qualcuno pagherà per un servizio mai utilizzato, come Laura: "A causa di questa decisione presa da Autolinee e dall’Università molti studenti come me si troveranno a pagare per un servizio che non solo non hanno mai richiesto – protesta la studentessa di giurisprudenza – ma di cui non hanno mai nemmeno usufruito".

Prontamente arriva la risposta da Autolinee Toscane: "Quando è stato steso l’accordo, Autolinee Toscane si è attenuta all’applicazione della disciplina tariffaria decisa dalla Regione Toscana, che regola le tariffe da applicare e le modalità di compensazione delle convenzioni – dicono dall’azienda di trasporto pubblico –. L’azienda non è in alcun modo coinvolta nelle decisioni dell’Ateneo fiorentino in relazione alla Carta dello Studente e alle sue modalità di pagamento". E l’Università? Poche righe per motivare la scelta: "Attraverso il contributo studentesco si garantisce l’accesso ai trasporti pubblici a un costo notevolmente ridotto, rendendo più sostenibili gli spostamenti urbani. La quota studentesca è una misura resa necessaria per l’aumento dei costi della convenzione e quindi per la fattibilità economica dell’operazione. Il contributo segue il criterio della progressività, come concordato con i rappresentanti degli studenti: varia, infatti, sulla base del reddito ISEE e, comunque, ne sono esclusi gli iscritti con reddito entro i 24.000 euro, quelli cioè compresi nella no tax area, e quanti usufruiscono dell’esonero dalle tasse".

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