Abbiamo bisogno di esempi buoni, ora più che mai

Don Francesco

Vermigli

Quante volte ci stupiamo se vediamo qualcuno che dice una cosa e ne fa un’altra! È la storia vecchia quanto il mondo del “predicare bene e razzolare male”. Nella nostra richiesta di autenticità, c’è qualcosa di profondo e vero. Un appello che ci facciamo gli uni gli altri ad essere testimoni autentici: a fare le stesse cose che professiamo. Questo è quello a cui invita Gesù nel Vangelo di questa quinta domenica di Pasqua (Giovanni 13,31-35). Così dice: "da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri". L’amore reciproco è il segno dell’appartenenza a Gesù, il segno che vogliamo stare dalla sua parte. Ed è anche il segno che nonostante le fatiche delle nostre relazioni, ancora abbiamo fiducia di poter costruire insieme agli altri una società più buona e pacifica. Non solo. Questo amore reciproco tra coloro che vogliono seguire Gesù, è anche un segno profetico, quando ci sentiamo dentro ad un mondo fatto di odio e sopraffazione. Ma, come si diceva, si tratta di un appello alla coerenza. Tra le mille vicende della nostra vita, se mancano questi segni di coerenza e amore, manca uno sguardo diverso, una testimonianza diversa, un orizzonte diverso. Abbiamo bisogno di esempi buoni, che tu guardi e riconosci come persone che fanno bene al nostro mondo. C’è una celebre frase di Paolo VI che risuona vera più che mai oggi: "Il mondo moderno non ha bisogno di maestri, ma di testimoni". Ha bisogno di testimoni di un amore forte e autentico. Segni di speranza e di verità.

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