A pancia piena fra bellezza e affari

Firenze superba, Firenze che non ha più orgoglio e pensa solo a fare soldi spremendo un turismo fuori controllo. Non è stato tenero Antonio Natali su queste pagine, aprendo un dibattito lacerante e urgente sull’anima di una città che rischia di smarrirsi per sempre. Perché il problema non è tanto nella superbia conseguente ma nella sazietà che la origina. In quella pancia piena di bellezza & affari che impedisce oggi a Firenze di darsi una spinta, di cambiare il corso indolente delle cose di un luogo che si lamenta ma allo stesso tempo gonfia il portafoglio. Si, Firenze sembra una città sazia. Una città che non ha più urgenza di niente. E la sazietà non è mai un buon volano per intercettare il futuro. Sostiene Nicolas Gomez Davila, filosofo e aforista colombiano, che il mondo oggi non è minacciato dalla violenza di moltitudini fameliche ma dalla sazietà di masse annoiate e lo fotografia sembra perfetta per descrivere la Firenze di oggi. Una città convinta che il suo grande passato sia bastevole a tutto, e dunque senza più quella spinta creativa che nasce dal bisogno. Non è certo un caso se da anni, a differenza anche di luoghi vicini, Firenze non ha più uno scrittore da premio Strega, un regista da Oscar o un artista di livello internazionale. Dove c’è sazietà non c’è quasi mai creatività. Per questo, proprio come accusava Natali nella sua chiacchierata al curaro con Emanuele Baldi, non solo in giro non si vedono eredi di Pico della Mirandola o del Guicciardini, ma anche i suoi riferimenti artistici dovrebbero essere mutati. Che per raccontarla non ha più senso compulsare Dante o Machiavelli ma è più utile vedere le pellicole di Billy Wilder. "Mi ricordo di voi, siete Normand Desmond, eravate grande", dice a un certo punto Joe Gillis – William Holden all’ex diva del muto in "Sunset Boulevard". E lei: "Io sono sempre grande, è il cinema che è diventato piccolo". Ecco, io sono convinto che di fronte a questa orda turistica che dopo il lockdown sta ristrangolando la città, molti fiorentini risponderebbero: "Firenze è sempre grande, è il mondo che è diventato piccolo". Mostrando, proprio come Normand Desmond - Gloria Swanson, di non aver capito di avere oramai imboccato il viale del tramonto. Un’eutanasia inconsapevole che riguarda entrambi.

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