Nel complicato mondo delle comunali a Firenze – tra trattative sottobanco e attacchi incrociati – un ruolo importante possono averlo i 5 Stelle. Se non altro dal punto di vista delle alleanze: l’accademico Tomaso Montanari, con la sua associazione 11 Agosto, sta aspettando risposte proprio dal leader del M5s Giuseppe Conte e dal fiduciario fiorentino Andrea Quartini. Montanari vorrebbe in squadra i 5 Stelle, in quel caso è convinto ad andare avanti con ‘11 Agosto’ e la partita diventerebbe molto interessante: si dice che avrebbe pronto un nome forte come candidato sindaco, un profilo nazionale. L’idea di Montanari è quella di avere una coalizione larga, per creare problemi al Pd: inglobando appunto i 5 Stelle, ma pure Dmitrij Palagi e quella parte di Sinistra che non sta coi Dem e che a guardare i numeri un seguito ce l’ha. E cercando magari di convincere anche l’ex assessora Cecilia Del Re (che dialoga anche con Iv).
Ma cosa accade se invece Conte fa un passo indietro? E perché Conte potrebbe decidere di non volersi schierare con Montanari? In questo caso lo scenario è completamente diverso. L’idea di Montanari verrebbe meno e senza un appoggio diretto dei 5 Stelle, a quel punto il rettore potrebbe seriamente decidere di fare un passo indietro, senza candidarsi al Consiglio comunale (cosa che aveva dichiarato qualche settimana fa). I 5 Stelle quindi possono essere l’ago della bilancia della pazza partita verso giugno: per il M5s Firenze non sembra essere un obiettivo primario e così, in nome di altri accordi e un risiko nazionale a larghissima scala, Conte – per evitare di essere stritolato in logiche di intese nazionali - potrebbe anche decidere di schierarsi a Firenze con la segretaria dem Elly Schlein, con cui ha ottimi rapporti e sembra si sentano spesso. Una ipotesi che in città divide perché non è un mistero che, anche in Consiglio comunale, tra i 5 Stelle c’è chi stia provando a ottenere un accordo col Pd (vedi Lorenzo Masi) e chi invece non ne vuole sentir parlare (leggi Roberto De Blasi che si è espresso duramente contro parlando di ’campo minato’).
Per avere più potere su altri partite nazionali, Conte potrebbe anche decidere di ‘sacrificare’ Firenze. E a quel punto, come conseguenza, anche Montanari farebbe un passo indietro. Le ipotesi sono tutte aperte: dal punto di vista elettorale la suggestione di una super alleanza Montanari-Conte che possa inglobare anche Palagi e Del Re non fa dormire sonni troppo tranquilli al Pd che deve gestire anche la questione Italia Viva e attende di conoscere l’avversario che il centrodestra ha intenzione di schierare e l’annuncio è ormai alle porte.
N.G.