
Musicisti (foto di repertorio)
Firenze, 13 maggio 2025 – A pochi giorni di distanza dal concerto che ha visto nuovamente il maestro Daniele Gatti sul podio del Teatro, l’87simo Festival del Maggio prosegue con un altro appuntamento sinfonico. Giovedì 15 maggio alle ore 20 - in Sala Zubin Mehta - il debutto di Timur Zangiev alla guida dell’Orchestra del Maggio; in cartellone le musiche di Sergej Prokof’ev e Petr Il'ic Cajkovskij. Solista al pianoforte Alexander Gadjiev, che torna dopo il suo esordio dello scorso giugno tenuto con la direzione di Zubin Mehta. Il maestro Zangiev, alla sua prima esibizione al Maggio, si è formato al conservatorio "Cajkovskij” di Mosca e nonostante la giovanissima età il suo repertorio comprende già oltre 50 produzioni d'opera e balletto. Nel giugno 2022 è diventato direttore ospite principale del Teatro Michajlovskij di San Pietroburgo e ha debuttato recentemente al Teatro Regio di Torino, dove ha tenuto il concerto inaugurale della stagione 2023. Nello stesso anno ha debuttato sul podio del Teatro alla Scala e, nell’ambito delle stagioni scaligere, ha diretto pochi mesi fa l’Evgenij Onegin di Cajkovskij con un frizzante riscontro sia da parte del pubblico che della critica; è stato inoltre protagonista al Festival di Salisburgo la scorsa estate in una nuova produzione de Il giocatore di Prokof’ev. La serata si apre con il Concerto n. 2 in sol minore per pianoforte e orchestra di Sergej Prokof’ev: fu composto tra la fine del 1912 e i primi mesi del 1913, prima e durante una serie di viaggi intrapresi dal compositore; il debutto dell’opera fu tuttavia accompagnato da dissensi e perplessità legati al linguaggio aspro, spigoloso e volutamente provocatorio utilizzato da Prokof'ev, che dieci anni dopo nel riscrivere la partitura inserì alcuni passaggi più lirici e cantabili. Solista nell’esecuzione del Concerto n. 2 è Alexander Gadjiev, fra i più valenti interpreti della sua generazione e vincitore di numerosi premi nel corso della sua carriera tra cui il primo premio al Concorso Internazionale di Sydney 2021, quello del Terence Judd Award 2022 e del Montecarlo “World Piano Masters”. Segue la celeberrima Sinfonia n. 6 in si minore op. 74, conosciuta come Patetica di Petr Il'ic Cajkovskij: gli abbozzi vennero iniziati nell’inverno del 1893 con varie tappe di lavorazione e l'orchestrazione fu portata a termine entro la stessa estate. Questa sinfonia nacque a partire da un programma strettamente personale che l’autore non volle rivelare, poiché in esso erano racchiusi i suoi pensieri più intimi. .Fra il 1912 e il 1913 Sergej Prokof’ev realizzò il Concerto n. 2 in sol minore per pianoforte e orchestra op. 16. Come tutte le composizioni pianistiche, anch’esso fu pensato per le eccezionali doti tecniche e interpretative dell’autore che lo eseguì per la prima volta a Pavlovsk il 5 settembre 1913. Il debutto dell’opera fu tuttavia accompagnato da dissensi e perplessità legati al linguaggio aspro, spigoloso e volutamente provocatorio utilizzato da Prokof'ev, che dieci anni dopo nel riscrivere la partitura inserì alcuni passaggi più lirici e cantabili. E in effetti Prokof’ev nel Concerto n. 2 aveva utilizzato senza risparmiarsi una scrittura modernista e lontana dalla tradizione romantica. Mosso da un impeto di autoaffermazione vitalistica, il giovane compositore impiega nell’insolita cornice dei quattro movimenti che formano il Concerto sonorità meccaniche e percussive, dissonanze, aggregati accordali rumoristici, tutti elementi simbolo della modernità industriale di inizio Novecento. L’orchestra, di ampie dimensioni, si pone in contrasto piuttosto che in dialogo con il pianoforte senza tuttavia riuscire mai a bilanciare il peso sonoro del solista, che dall’inizio alla fine sbalza come protagonista assoluto sia nei lunghissimi assoli sia nei numerosi passaggi di mirabolante virtuosismo.
Maurizio Costanzo