MANUELA PLASTINA
Cosa Fare

"Gli anni della Dolce Vita" in mostra a Figline

A Palazzo Pretorio oltre 150 foto di 51 tra i più grandi fotografi italiani del Novecento raccontano gli anni '60 e un'Italia a doppio passo

La mostra "Gli anni della Dolce Vita" da domani a Palazzo Pretorio di Figline

La mostra "Gli anni della Dolce Vita" da domani a Palazzo Pretorio di Figline

Figline e Incisa Valdarno, 17 maggio 2024 – "Gli anni della Dolce Vita" sbarcano a Figline Valdarno nella mostra organizzata dal Circolo Fotografico Arno – Galleria Fiaf a Palazzo Pretorio. Da domani, ci si immergerà nell’epoca d’oro della mondanità romana (e non solo) e la nascita dei “paparazzi”, con un viaggio a Cinecittà, ma anche nell’Italia a due velocità del boom economico, dell’industrializzazione e dell’urbanizzazione da un lato e dell’emigrazione di tanti italiani da un Meridione sempre meno “al passo” rispetto al resto del paese e, di fatto, lasciato indietro. In collaborazione con il Comune di Figline e Incisa Valdarno e il sostegno della Banca del Valdarno Credito Cooperativo, la mostra verrà inaugurata domani, sabato 18 maggio, alle ore 15,30 e sarà visibile fino a domenica 2 giugno a ingresso gratuito. Tre le sezioni in cui sono divise le oltre 150 foto di 51 tra i più grandi autori italiani del Novecento, per ripercorrere, attraverso i loro scatti, gli anni ’60, decennio di grandi cambiamenti, evoluzioni e anche rivoluzioni. La prima sezione, intitolata appunto “La dolce vita”, accompagnerà il visitatore sui set cinematografici, sulle passerelle e nei locali alla moda di Roma con l’esplosione della mondanità, del gossip e dei rotocalchi attraverso le foto di “paparazzi” come Tazio Secchiaroli, Chiara Samugheo o Federico Garolla, per citarne alcuni. In “L’amara vita”, un gruppo eterogeneo di fotogiornalisti e fotoamatori darà uno sguardo diverso sul nostro Meridione, raccontando la grande illusione del boom economico e la migrazione di massa verso le grandi promesse del Nord Italia e del Nord Europa, attraverso le foto realizzate anche da autori del calibro di Rinaldo Della Vite, Alfredo Camisa, Piergiorgio Branzi, dei “futuristi” Mario Giacomelli e Antonio Migliori e tanti altri. Infine, la terza e ultima sezione “La nuova vita” porterà i visitatori in uno spazio popolato di simboli dell’urbanesimo e dell’industrializzazione del paese. E’ una serie d’immagini senza autore, provenienti da studi professionali (come quello di Vittorio Villani a Bologna) o da agenzie come la notissima Publifoto, assieme ad altre prodotte dagli uffici stampa di grandi aziende, come la Fiat.