
Tarkovskij e “Solaris”, arte russa in volo nel nome di Zeffirelli
Roma, 24 aprile 2018 - Una stazione spaziale, una coscienza fluttuante nell’universo, orbita intorno ad un pianeta misterioso, formato da memoria e sentimenti. Quel pianeta si chiama Solaris e all’interno della stazione si alternano opere d’arte, primo strumento di conoscenza profonda dell’uomo.
Dopo 46 anni l’atmosfera onirica del film “Solaris” (1972) del regista russo Andrej Tarkovskij torna ad incantare il pubblico. La stazione spaziale condotta nella pellicola dallo scienziato Kris Kelvin sarà infatti ricostruita all’interno della Fondazione Franco Zeffirelli, nella Sala Musica del Complesso di San Firenze (piazza San Firenze 5 – Firenze).
Dal 28 maggio al 31 luglio il Centro internazionale per le arti dello spettacolo, che porta il nome del Maestro Franco Zeffirelli, apre le porte della sua prima mostra temporanea internazionale, intitolata “Un nuovo volo su Solaris”, realizzata in collaborazione con il Museo AZ di Mosca, ideata e curata da Polina Lobačevskaja.
Nel rispetto della mission della Fondazione, divulgare la cultura legata all’arte e al cinema, l’idea del progetto è unire il capolavoro russo alle opere più significative degli artisti sovietici anticonformisti provenienti dal Museo AZ e dalla collezione privata di Natalia Opaleva, promotrice della mostra. Nello spazio espositivo saranno presentati: un’installazione futuristica che ricorda la stazione spaziale, dotata di 22 schermi per la proiezione di video, e 34 opere di maestri dell’underground sovietico, attivi tra gli anni ’60 e gli anni ’80.
Si tratta dei migliori lavori degli artisti russi della seconda metà del Novecento: Anatolij Zverev, Francisco Infante, Dmitrij Plavinskij, Dmitrij Krasnopevcev, Vladimir Jankilevskij, Vladimir Jakovlev, Lidija Masterkova, Petr Belenok, Ulo Sooster, Vladimir Nemuchin, Ernst Neizvestnyj. Il regista, come a suo tempo accadde allo scrittore russo Fëdor Dostoevskij, visse a Firenze e ne rimase folgorato. Allo stesso modo dell’autore de “L’Idiota” e dello stesso Maestro Franco Zeffirelli, anche Tarkovskij considerava la bellezza estetica dell’arte come veicolo di conoscenza morale dell’anima. “La scelta della Fondazione Zeffirelli come partner del Museo AZ non è casuale - ha detto Natalia Opaleva – poiché Zeffirelli è nato a Firenze e Andrej Tarkovskij è vissuto a Firenze, dopo aver lasciato l’Unione Sovietica.
l’Italia è collegata a momenti cruciali della biografia di Tarkovskij: il Leone d’Oro alla Mostra del Cinema di Venezia per L’infanzia di Ivan, o la sceneggiatura e le riprese del film Nostalghia, portate avanti insieme a Tonino Guerra”. “L’amore di Franco Zeffirelli per la cultura russa è antico – ha aggiunto Pippo Zeffirelli, vicepresidente dell’omonima Fondazione -. Uno dei suoi primi lavori in compagnia di Luchino Visconti fu realizzare le scene delle Tre Sorelle di Cechov nel 1952. Più tardi ha portato diverse delle sue produzioni in tournée in Russia, dalla Lupa con Anna Magnani a Romeo e Giulietta con Giancarlo Giannini e Annamaria Guarnieri. I suoi film sono sempre stati apprezzati dal pubblico russo e la mostra dei suoi lavori scenografici esposti al Museo Pushkin di Mosca riscosse un enorme successo”. Nel film Solaris Tarkovskij unisce ideologicamente gli esseri umani che prendono forma nella dimensione di Solaris alle figure che il pittore fissa nella sua opera. Nonostante la centralità della riflessione psicologica e morale del film, tratto dall'omonimo romanzo di Stanislaw Lem, la pellicola fu inizialmente etichettata in maniera semplicistica nel genere della fantascienza. Molti ricorderanno Solaris anche con un’altra erronea etichetta, ossia come risposta sovietica a “2001: Odissea nello spazio” di Stanley Kubrick. In Italia il film fu affidato, per il riadattamento, a Dacia Maraini. Nel 2002 il regista Steven Soderbergh ne ha girato un remake, con George Clooney. Imperdibile. A Firenze