
Aurora Adorno
Firenze, 11 febbraio 2020 - "Avete la testa, usatela! Era il suo imperativo affinché non cadessimo oggetto di false verità". Così Patrizia Giusti ricorda il filosofo Francesco Adorno nella recensione al libro scritto da Aurora Adorno, nipote dello studioso, dal titolo "Francesco Adorno. Un filosofo a Firenze", che sarà presentato giovedì 13 febbraio alle 18 al Gabinetto Vieusseux, in Palazzo Strozzi.
Un monito, quello rivolto dal filosofo ai suoi allievi del tempo, di grande attualità anche oggi, in questo mondo sempre più popolato di slogan vuoti e talvolta minacciosi e di notizie fasulle esaltate dai social. Il libro di Aurora Adorno racconta non solo del filosofo ma anche e forse soprattutto dell’uomo, attraverso il dipanarsi delle lettere che si scambiò con la moglie Luciana Bigazzi – voce narrante nel testo – dalla fine degli anni Trenta. La giustizia, il libero pensiero, la conoscenza come strumento di libertà, Socrate e Platone i suoi punti di riferimento e in questo quadro, nel testo, scorrono le immagini dell’amata Firenze del sindaco La Pira prima, di Bargellini poi, con la tragedia dell’alluvione nel 1966. Quella Firenze in cui Adorno, nato a Siracusa, morì il 19 settembre 2010, a 89 anni, dopo una vita trascorsa nell’impegno di divulgazione storico scientifica, con l’umiltà dei grandi. Impossibile ovviamente trascurare La Colombaria, dal 1951 Accademia Toscana di Scienze e Lettere, che Adorno guidò da presidente dal 1980 al 2009.
La sua seconda casa. Il libro (Diogene Multimedia, Bologna 2019) si chiude con una favola filosofica e la sua presentazione sarà accompagnata dal saluto del presidente dell’Accademia La Colombaria, Sandro Rogari, relatori Luca Guardabascio autore della prefazione, l’attore Sergio Forconi, la stessa Patrizia Giusti, insegnante, oltre ovviamente all’autrice Aurora Adorno.