TITTI GIULIANI FOTI
Firenze

Ballantini "è" Petrolini. In scena con i suoi personaggi

Al Teatro di Rifredi presente anche il nipote del grande comico romano

Dario Ballantini con Franco Petrolini

Firenze, 18 gennaio 2020 - E’ stato un attore, drammaturgo, cantante, sceneggiatore, compositore e scrittore specializzato nel genere comico, che praticamente ha inventato. Ancora oggi, benché non abbastanza riconosciuto, è considerato uno dei massimi riferimenti ed esponenti di quelle forme di spettacolo a lungo considerate teatro minore, termine con il quale si identificavano il teatro di varietà, la rivista e l’avanspettacolo. Per dire che Dario Ballantini ha fatto un grande lavoro minuzioso, analitico, da studioso per portare in scena al Teatro di Rifredi «Ballantini & Petrolini».

Uno spettacolo che è una vera chicca, raffinato, unico nel suo genere, che restituisce alla memoria del grande Petrolini quella dignità di cui aveva bisogno, come in una specie di ologramma vivo e tangibile. Fino a domenica 19 gennaio alle 16,30 sarà possibile vedere questo nostro grande interprete trasformista, limitatamente considerato il Valentino di Striscia la Notizia. In scena un atto unico tratto dalle opere di Ettore Petrolini da Ballantini scritto e interpretato con una dovizia tale di particolari e con un approfondimento tale del personaggio, da far pensare addirittura a qualcosa di soprannaturale.

Sul palcoscenico, alla fisarmonica Marcello Fiorini, la regia è dell’assistente storico di Ballantini, Massimo Licinio. Dopo averlo scarnificato – nel senso più lato del termine – e dopo che Ettore Petrolini è stato indagato e usato, nelle sue gag, nelle battute e perfino nei personaggi, da decine di comici italiani che dai suoi scritti e dalle sue idee hanno costruito buona parte del loro repertorio, una sorta di giustizia. In scena il celebre trasformista Ballantini ha voluto riproporre questo, chiamiamolo studio, su Petrolini. Un lavoro sul quale aveva già lavorato 25 anni fa.

Sì alla sua consueta maniacale ostinazione per il totale camuffamento, sì al trucco a vista utilizzando il palcoscenico come un camerino aperto al pubblico. E si a far rivivere, in una versione più aderente possibile all’originale, i sette famosi personaggi creati dal grande comico romano: Giggi Il Bullo, Salamini, la Sonnambula, Amleto, Nerone, Fortunello e Gastone. Tra un personaggio e l’altro l’artista livornese spiega al pubblico l’importanza del recupero di una memoria culturale collettiva poiché solo conoscendo la comicità del passato si possono costruire le basi per una nuova.

In prima fila l’altra sera al Teatro di Rifredi l’emozionatissimo nipote di Petrolini che ha fatto sfiorare a Ballantini il trofeo che lui conserva del grande artista. Applausi scroscianti alla fine e un piccolo rammarico: difficile trovare artisti del livello di Dario Ballantini. Perchè, si sappia, non basta salire su un palcoscenico per essere veri attori.