
Piccoli, prove di futuro: l’Empoli ci crede
di Tommaso Carmignani
In fin dei conti era perfino lecito immaginarselo. Per le caratteristiche, la stima che la società azzurra ha sempre avuto nei suoi confronti e la durata del prestito. Roberto Piccoli, arrivato a gennaio dall’Atalanta, resterà sicuramente in azzurro anche nella prossima stagione: diciotto mesi al termine dei quali sarà possibile esercitare anche il diritto di riscatto (mentre ai nerazzurri spetta l’eventuale controriscatto). E così nulla di strano che Zanetti lo abbia schierato titolare nelle ultime due partite: un po’ per le assenze – in particolare quella di Cambiaghi, appena rientrato dal lungo stop – un po’ per capire il feeling con il campo e, soprattutto, con Caputo.
Quella di San Siro è stata probabilmente la sua miglior prestazione in azzurro, anche se la partita in generale è stata abbastanza complicata per gli attaccanti. La squadra ha dovuto fare una prestazione prevalentemente difensiva, tanto da richiedere alle stesse punte di tornare nella propria metà campo per dare una mano. Piccoli lo ha fatto alla grande, correndo e lottando finchè ne ha avuto. Non ha disdegnato il confronto fisico con gli avversari, ha preso qualche pallone di testa e nel primo tempo aveva anche creato i presupposti per una potenziale occasione, quando ha fatto quella sponda di testa che aveva messo Caputo nelle condizioni di tirare in porta. A lui viene chiesto sostanzialmente questo, viste anche le caratteristiche del suo compagno di reparto. Caputo, come aveva fatto vedere spesso anche in passato, è sì un centravanti in grado di adattarsi a qualsiasi tipo di situazione (compreso quelle in cui c’è da sacrificarsi per la squadra), ma come ogni centravanti rapido che si rispetti riesce a dare il meglio di se quando ha al suo fianco un attaccante forte fisicamente che gli crea gli spazi e lotta al posto suo. La coppia Piccoli-Caputo è potenzialmente quella titolare per l’Empoli dell’anno prossimo, ma Zanetti, che un occhio al futuro già sembra buttarlo, vuole prima vederci chiaro. E per questo li sta facendo giocare insieme: vuole vedere il giovane prodotto del vivaio dell’Atalanta all’opera, vuol capire se in estate sarà il caso di consigliare un altro acquisto o se invece varrà la pena puntare su di lui. Piccoli ce la sta mettendo tutta, provando a crescere anche dal punto di vista della condizione. E’ un centravanti alto e forte fisicamente, ma viene da un periodo in cui ha giocato poco. Normale che abbia bisogno di qualche settimana in più per entrare in condizione, ma quanto visto nelle ultime due gare invita a pensare che la forma migliore non sia lontana. Al giocatore, ora, manca soltanto un po’ di concretezza in più negli ultimi trenta metri. Contro il Lecce, nel secondo tempo, ha avuto un’occasione, ma si è fatto ipnotizzare da Falcone. Avrà altre opportunità, ma dovrà provare a sfruttarle. Perché l’essenza di una prima punta, al di là del lavoro oscuro a beneficio della squadra, è proprio questa: rendersi pericoloso, segnare, incidere. Roberto Piccoli non vede l’ora.