
Un anno fa era il protagonista designato del centrocampo, ma è stato a lungo anche il giocatore più criticato, fino a perdere il posto per ritrovarlo, in parte, nel finale di campionato. Oggi Leo Stulac (nella foto a destra) è un giocatore diverso, rigenerato, quasi irriconoscibile rispetto a quando il diesse Accardi lo aveva prelevato dal Parma. In sette giornate si è preso la cabina di regia con mestiere e personalità, contribuendo a dare all’Empoli quell’aura di compattezza e solidità che forse, nella passata stagione, non aveva davvero mai avuto. Il merito, manco a dirlo, è del tecnico Alessio Dionisi (nella foto a sinistra), bravo a esaltare le caratteristiche di un giocatore che è sempre stato forte, ma che forse un anno fa non è mai stato messo nelle condizioni di rendere per quello che valeva. Stulac non è probabilmente un palleggiatore nel vero senso della parola, ma pur non essendo velocissimo nel passo ha la capacità di dare integrità a tutto il reparto. E la squadra, adesso, lo sfrutta per quello che lui sa fare meglio. L’abilità di Dionisi è stata non addossare sulle sue spalle tutto l’onere della manovra, responsabilità che invece gli veniva affidata un anno fa. Con un centrocampo che non ha mai avuto caratteristiche di palleggio nello stretto, Bucchi prima e Muzzi poi gli chiedevano di sobbarcarsi un onere che non poteva sostenere perché le sue caratteristiche sono altre. L’Empoli di oggi si affida al suo regista, ma non dipende esclusivamente da lui quando si tratta di impostare l’azione. Questo, oltre a sgravare lo sloveno, lo mette nelle condizioni di agire con maggiore libertà: mentre lo scorso anno era sufficiente mettergli un avversario addosso per non farlo giocare, oggi nessuno fa una cosa del genere semplicemente perché le azioni dell’Empoli si sviluppano maggiormente sulle corsie esterne. Questo non vuol dire che Stulac non sia fondamentale per il gioco azzurro: intanto perché, lì nel mezzo, è quello che ha i piedi migliori e quindi è logico che venga cercato spesso.
E non è un caso che nell’unica partita in cui è andato sotto la sufficienza, a Venezia, sia arrivata anche la prima sconfitta stagionale degli azzurri. Il merito del suo recupero va però condiviso anche con la società. L’Empoli ha investito su di lui una cifra importante, ma con la logica degli anni passati lo avrebbe probabilmente accantonato a beneficio di un altro giocatore. Invece il presidente Corsi e il diesse Accardi hanno puntato fin da subito sulla sua rinascita, credendo fermamente nella scelta fatta un anno fa.
Tommaso Carmignani