Vino, Consorzio Chianti a Bruxelles. Accesso al credito e nomenclatura. Sul tavolo le strategie di sviluppo

Una delegazione ricevuta al Parlamento Europeo per raccontare lo stato di salute del mondo dell’agricoltura

Vino, Consorzio Chianti a Bruxelles. Accesso al credito e nomenclatura. Sul tavolo le strategie di sviluppo

Vino, Consorzio Chianti a Bruxelles. Accesso al credito e nomenclatura. Sul tavolo le strategie di sviluppo

Oltre a calici di ottimo vino, il Chianti porta al tavolo di Bruxelles anche un dossier che scotta: l’accesso al credito da parte delle aziende agricole, specialmente quelle più piccole. Dossier che già da qualche anno, ad esempio, il territorio di Montespertoli fa presente (e più che mai d’attualità con il disastro del Covid). Vediamo allora che cosa è successo, in seguito al fatto che il Consorzio del Vino Chianti è appunto volato a Bruxelles.

Una delegazione formata dal presidente Giovanni Busi e dal direttore Marco Alessandro Bani si è recata al Parlamento Europeo per raccontare lo stato di salute del mondo dell’agricoltura dal punto di vista del consorzio della più grande denominazione di vino rosso d’Italia. Sul tavolo, temi giudicati dal consorzio strategici per lo sviluppo del settore vitivinicolo italiano: in primis l’accesso al credito per le aziende agricole e il codice di nomenclatura, quest’ultimo per tracciare nel mercato la destinazione dei vini. Sono temi su cui, da Montespertoli, anche il vicepresidente Ritano Baragli aveva richiamato l’attenzione. "Abbiamo portato al Parlamento Europeo le istanze del mondo vitivinicolo: sono stati incontri molto proficui, perché abbiamo potuto constatare che c’è attenzione a livello europeo a questi temi e al comparto - ha affermato il presidente, Giovanni Busi - La possibilità di avere accesso al credito è cruciale per le aziende vitivinicole e per la ripresa economica, per affrontare il rialzo dell’inflazione, l’aumento del costo delle materie prime, per pianificare gli investimenti. Altro elemento chiave che sollecitiamo da tempo - spiega Busi - è il codice di nomenclatura: permette di tracciare la destinazione dei nostri vini, quindi potrà aiutare il consorzio, così come le altre realtà del settore, a pianificare azioni mirate di marketing e di promozione all’estero". Intanto nel ‘Chiantishire’ la vendemmia è ai blocchi di partenza. Quest’anno forse con numeri inferiori causa clima troppo caldo e necessità di stabilità di prezzi e mercato. In ogni caso, l’Empolese produce quasi un terzo dei circa 800mila ettolitri annui di vino rosso Chianti. Montespertoli da sola è la ‘capitale’: oltre 100mila. In ascesa la produzione di vino biologico specie in bassa valle Pesa. Nella denominazione si dovrebbe essere già ben oltre il 15 per cento del totale.

Andrea Ciappi