Video intimi online senza consenso L’età delle vittime si sta abbassando

In aumento tra giovani e giovanissimi. Le nuove disposizioni del codice penale

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Secondo recenti studi, in Italia è crescente e con numeri impressionanti il numero della vittime di diffusione non consensuale di materiale intimo, comunemente conosciuto come revenge porn. Un fenomeno che, come il cyberbullismo, si consuma grazie alla multimedialità. E i più esposti al pericolo sono i giovani. Anche minori. Da un’indagine online svolta da Skuola.net e Osservatorio Nazionale Adolescenza risulta che il 17% degli intervistati maschi ritiene sia una cosa normale filmarsi durante il sesso e molti di loro (44%) divulga il video tra gli amici, quasi fosse un trofeo. La locuzione "revenge porn" è diventata di uso comune, complice il moltiplicarsi di episodi ai danni di uomini e (prevalentemente) donne, che si sono ritrovate violate nella loro sfera intima e hanno visto la propria immagine diffondersi senza averlo mai voluto o, addirittura, dopo essere state immortalate a loro insaputa.

La condivisione di tali immagini, che può avvenire in rete, ma anche attraverso e-mail e cellulari, come nelle chat di gruppo, conduce a un risultato grave per le vittime: umiliazione, lesione della propria immagine e della propria dignità, condizionamenti nei rapporti sociali. A seguito di un dibattito originato dai casi di "revenge porn" in Italia, è stata introdotta un’autonoma figura delittuosa, volta a reprimere il fenomeno. Il nuovo reato ex articolo 612-ter del codice penale persegue coloro che diffondono illecitamente fotografie o video che mostrano persone impegnate in attività sessuali o ritratte in pose sessualmente esplicite, in assenza del consenso espresso dal diretto interessato, ovvero della persona o delle persone coinvolte.

C. B.