
Una spinta al piano dei rifiuti. Le imprese incalzano la politica: "Gli impianti vanno realizzati"
Ormai da tempo i rifiuti sono diventati una questione che non fa dormire sonni tranquilli agli amministratori, alle imprese e, anche, ai cittadini. In proposito una strana battaglia si è consumata sull’eventuale quotazione in Borsa della Multiutility (che riguarda mezza Toscana, compresa la nostra zona), con sindaci (di rilievo in regione, tra cui Empoli) che rifiutano la proposta, dopo averla caldeggiata, salvo poi gettare acqua sul fuoco il giorno dopo. E così l’amministratore delegato di Alia, Irace, che non era soddisfatto di queste esternazioni, si vede alleggerito di un potenziale problema. Infatti, se l’azienda che guida fosse stata quotata in Borsa non sarebbe potuto restare al suo posto, visto che azionisti di peso non condividevano più questioni strategiche. Certo, se poi ci si ripensa il giorno dopo (le vie imperscrutabili della politica) tutto questo non vale più.
Intanto, però, sindaci di rilievo, banacciniani, hanno messo in discussione la volontà del Pd regionale guidato dallo schleiniano Fossi. La partita dei rifiuti, comunque, ha anche delle corpose conseguenze sulla vita di tutti i giorni, sia dei cittadini sia delle imprese. A proposito di queste ultime abbiamo sentito il presidente della Cna dell’Empolese Valdelsa, Fabio Bianchi. L’associazione di categoria raggruppa qualcosa come 5.000 aziende nella nostra area, un dato che la rende la più grande in provincia di Firenze per numero di associati, e sicuramente la seconda, se non la prima, per fatturato complessivo degli aderenti.
Il presidente Bianchi, abituato a ragionare di cose concrete, parte da un dato di fatto importante per i suoi associati, ma anche per tutti coloro che usufruiscono dei servizi di Alia: "Gli impianti, di vario tipo, vanno fatti".
Il sottinteso è che un’impresa, Alia nella fattispecie, se vuole avere voce in capitolo nel suo settore, non può fare a meno di disporre di strutture che le permettano di avere un ruolo nel processo produttivo, in senso lato, che la riguarda. Il presidente ricorda poi che il problema "si poteva risolvere con l’impianto di Empoli, che si è scontrato con questioni ambientali e con il disaccordo di molti cittadini", a partire da quelli che risiedevano nelle vicinanze del luogo in cui sarebbe sorto. "Detto che i servizi pubblici devono avere come obiettivo il pareggio di bilancio, gli impianti servono per realizzare un servizio efficace per i cittadini. Ciò non significa, però, approdare in Borsa, che è un’operazione che logicamente punta ai profitti. La Cna dice sì all’innovazione, ma non a costo di mettere in pericolo valori superiori, a partire dalla salute pubblica".
In questo senso Bianchi si dice dispiaciuto anche per quei consigli comunali che hanno votato per la quotazione in Borsa della Multiutility. E’ chiaro che un’associazione di imprese ha un oggettivo interesse per gli impianti di smaltimento, a vario titolo, dei rifiuti, sia urbani sia delle aziende, però non a qualsiasi costo. Le aziende, in particolar modo quelle piccole come sono in prevalenza gli associati alla Cna, guardano, infatti, anche a questioni come la tutela della salute e al risparmio. Sì, perché una condizione di inerzia potrebbe portare a fatture mostruose inviate alle imprese, come quelle ricevute quando le tariffe energetiche erano schizzate a livelli stratosferici, percepiti, con problemi di portafoglio, anche dai semplici cittadini. In questo quadro Bianchi tende anche a sottolineare che "non servono per forza utili elevati per i Comuni proprietari di quote di imprese pubbliche".
Infine un richiamo molto concreto: "La questione rifiuti deve essere governata con attenzione. Portare i rifiuti per lo smaltimento fuori dalla nostra area significa spendere 180 euro al quintale". Un balzello davvero pesante.