
Castelfiorentino (Firenze), 11 novembre 2023 – Non si danno pace Dritan e Ronaldo Pasho, rispettivamente padre e fratello della 18enne Adelaida Pasho trovata morta dopo essere stata colpita da un treno nei pressi della stazione di Castelfiorentino la sera del 10 novembre di un anno fa. I familiari chiedono che sia fatta più luce sul caso per il quale il pubblico ministero ha chiesto l’archiviazione al gip. La tesi del suicidio, ipotizzata fin da subito, non convince del tutto padre e fratello che ritengono che nella ricostruzione della tragica vicenda non si sia indagato a fondo su alcune zone d’ombra presenti.
La famiglia sconvolta da questo lutto era già stata colpita in precedenza da un altro immenso dolore. I Pasho di Castelfiorentino sono gli stessi che hanno assistito prima alla scomparsa dei coniugi Shpetim e Teuta (Dritan è il fratello del primo) nel 2015 e poi al macabro ritrovamento dei loro corpi nelle valigie gettate tra Sollicciano e la FiPiLi. Il caso di Shpetim e Teuta non ha nulla a che fare con quello della 18enne che era loro nipote. Ma la scomparsa della giovane ha gettato ancora più nello sconforto la famiglia.
Ricevuta la notizia della richiesta di archiviazione, i congiunti hanno deciso di rendere pubblico il caso affinché si continui a indagare per chiarire cosa è accaduto lungo i binari un anno fa. Padre e fratello, difesi dall’avvocato Elisa Baldocci, contestano il modo in cui sono state svolte le indagini. "I miei assistiti ritengono ci siano elementi, non presi in considerazione, che possano aver istigato la giovane al suicidio – spiega il legale – Ci sono messaggi mandati a un amico e le testomininaza di un’altra amica. La famiglia ha già chiesto di opporsi all’archiviazione. Siamo in attesa che il gip fissi l’udienza camerale".
La tragedia si consumò intorno alle 20. La giovane fu travolta da un treno regionale poco prima del ponte Falcone e Borsellino, quello in prossimità della stazione, a pochi passi dal centro cittadino. Il convoglio 18238, partito da Siena alle 19.18 e diretto a Firenze, frenò bruscamente la sua corsa poco prima di entrare in stazione. Non per un ostacolo sulle rotaie, quanto per una botta laterale udita dal macchinista che stava effettuando la manovra di rallentamento in ingresso allo scalo castellano. Attivato il freno di emergenza poco dopo si scoprì che a finire sotto le rotaie era stato il corpo di una donna. Inutili i tentativi di rianimazione. La ragazza era senza documenti, l’identificazione richiese del tempo.