"Tumore non diagnosticato". Sei radiologi finiscono a processo

Una donna di Fucecchio ha subito sette interventi chirurgici. "E la Asl ha offerto un risarcimento insoddisfacente"

Una mammografia (Foto di repertorio)

Una mammografia (Foto di repertorio)

Firenze, 30 gennaio 2023 - Un tumore benigno in bocca, che se preso in tempo non avrebbe portato conseguenze. Invece, dai controlli che seguirono il primo intervento di asportazione, nessuno si accorse che quel male si stava riformando. Così, quando per un dolore ai denti, una donna di Fucecchio, oggi 36enne, venne visitata di nuovo, la cisti era grande quasi un centimetro. Da allora, ha dovuto subire sei interventi (nel centro specialistico di Verona) e sette ricoveri, "di cui uno in pieno lockdown praticamente da sola, senza che mia madre potesse raggiungermi", si sfoga. E poi ci sono i segni che porta addosso: non ha più la metà dei denti dell’arcata superiore, e l’ultima operazione, non potendo intervenire da dentro la bocca, le ha lasciato anche una cicatrice sul volto. "Sul lavoro vedo molte persone perché curo gli aspetti commerciali di una multinazionale: devo giustificarmi con la gente che mi chiede perché non ho i denti".

E’ in corso un processo e gli imputati sono cinque radiologi dell’ospedale San Giuseppe di Empoli e uno della clinica privata Ecomedica. Tutti, secondo il capo di imputazione formulato dal pm Alessandra Falcone che ha assorbito la perizia di un esperto, sarebbero responsabili di quella "mancata diagnosi" della recidiva della neoplasia alla mascella, che ha fatto precipitare la situazione. Mentre la donna era convinta che stesse andando tutto bene. L’offerta di risarcimento presentata dalla Asl Toscana Centro, è "insoddisfacente", secondo i legali della persona offesa, Elisa Scannapieco e Serena Borghigiani: è la metà di quanto richiesto.

Era il 2015, quando si presentò per la prima volta la neoplasia: viene operata a Roma. Al pari di una paziente oncologica deve poi seguire un programma di controlli, affinché il suo problema venga monitorato. Per anni, ad ogni visita all’ospedale, nessuno rileva nulla. Nel settembre del 2019 è a Milano, e per un mal di denti si fa una radiografia. Notano qualcosa. Torna a Empoli per una nuova radiografia, che la tranquillizza, invece. Il febbraio successivo, a Verona, uno specialista in maxillofacciale nota di nuovo l’anomalia. E anziché reimpiantare i denti, comincia il vortice di operazioni. E un calvario: "La neoplasia era ormai troppo grande per un intervento conservativo. Così mi hanno tolto tutto". Ha avuto problemi anche ad aprire la bocca e oggi, per la perdita dell’osso, non le è più possibile ancorare delle protesi dentarie. "Servirebbe un trapianto di osso, è un intervento molto pericoloso ed io ho paura". Do mani, i sei radiologi compariranno davanti al giudice Pagliai.