
"Decaro, portaci a Roma". Un appello corale, indirizzato al presidente Anci: lo hanno lanciato dai sindaci dell’Unione dei Comuni dell’Empolese Valdelsa per chiedere una mobilitazione nazionale. Tutti sulle barricate pronti a indossare la fascia tricolore, organizzare pullman per Palazzo Chigi con a bordo (simbolicamente, s’intende) gli operai delle ditte di lavori già appaltati e che ora devono essere pagati. Con l’annuncio della revisione del Pnrr da parte del governo Meloni e il rischio di definanziamento di progetti di rilievo per tutto il nostro territorio, i sindaci compatti chiedono l’intervento di Antonio Decaro.
Nell’Empolese Valdelsa sono a rischio circa 40 milioni di euro di finanziamenti. "Risorse che, se verranno a mancare, ci vedranno rinunciare a un pezzo del Pil dell’Empolese Valdelsa - commenta Brenda Barnini, delegata all’Unione alla Ricerca di Fondi Europei - Significa imprese che non lavorano, posti di lavoro che non si creano. Significa rinunciare a progetti nati da idee di sviluppo e di riqualificazione del territorio e anche dalla volontà di prendere in carico i problemi delle nostre comunità, a partire da quello sulla marginalità sociale".
"Siamo pronti a fare causa allo Stato con tutti i Comuni d’Italia colpiti da questa follia. Il definanziamento del Pnrr manderà in dissesto le nostre amministrazioni". E’ il presidente dell’Unione dei Comuni Alessio Falorni ad annunciarlo. "Lo scenario che potrebbe aprirsi - anticipa Falorni - è senza precedenti. Si potrebbe verificare una causa collettica, una vera class action, un unicum nella storia repubblicana". Ci mettono la faccia e vogliono dare risposte ai cittadini, i sindaci dell’Empolese Valdelsa. "La preoccupazione è enorme, la scelta del governo folle - aggiunge da Certaldo Giacomo Cucini - Il 70% dei comuni interessati dalla mazzata è di centro sinistra: ne facciamo una questione politica. Si mette in gioco tutto; scelte, risorse, politiche future. Abbiamo bisogno di garanzie e certezze, ci siamo presi impegni con i cittadini, siamo stufi di dover dare giustificazioni".
Una situazione così paradossale non era mai stata gestita dagli enti locali. "Vedere da un momento all’altro annullato un progetto ideato con sforzo negli anni - prosegue Cucini - rientrato nei bandi nelle giuste tempistiche, al quale si è lavorato con serietà, è assurdo". Eppure non c’è un foglio in Comune che specifichi come siano cambiati i termini e le regole di ingaggio. "Non sono pervenute comunicazioni ufficiali, né mail ai nostri uffici - conferma ancora Falorni - È la prima volta nella storia dell’amministrazione italiana che viene introdotto un concetto simile al Var: prima ci fanno esultare per i soldi arrivati e poi il gol viene annullato. Ma non è un gioco, in ballo qui c’è il futuro dei territori". Lavori in (finto) corso, dunque.
Ogni sindaco lamenta le sue disgrazie. "Se a convenzione firmata si può tornare indietro - dice Alessio Mugnaini sindaco di Montespertoli - cambia tutto: prima di avere il 100% in cassa non si inizieranno lavori pubblici. E allora i tempi per le opere saranno davvero infiniti". "Ci sono temi su cui non si può scherzare - conclude, infuriato, Alessio Spinelli da Fucecchio - Il dissesto idrogeologico, la sicurezza, il decoro urbano, l’efficienza energetica. Tagli su argomenti così fondamentali sono ridicoli. Speriamo sia solo un grande bluff".
Ylenia Cecchetti