Per le persone con disabilità, il domani sarà un sostegno il più possibile individualizzato, su misura. In accordo con le famiglie e coinvolgendo scuola, reti territoriali e soldi necessari dalla Regione Toscana. La Asl ha delineato il nuovo percorso all’indomani della presa di posizione di alcune delle famiglie del centro Cerbaiola sulla mancata possibilità del rapporto uno ad uno operatore-disabile nei centri diurni.
"L’interesse della Società della salute empolese Valdarno Valdelsa – si spiega dall’Asl – è di riuscire a garantire alle persone con disabilità tutti i sostegni possibili per il loro benessere. Ci troviamo di fronte ad un cambio culturale: nel percorso di presa in carico delle persone con disabilità assume un ruolo centrale la definizione del “Progetto di vita“ attraverso la Unità di valutazione multidimensionale per la disabilità che prevede la predisposizione di un progetto individualizzato per ogni persona con disabilità con l’obiettivo della piena integrazione scolastica, lavorativa, sociale e familiare dell’individuo".
Tale progetto dovrebbe riuscire – almeno secondo l’Asl – a descrivere la persona nella sua complessità e nelle sue interazioni con i diversi ambienti di vita. "È come un vestito su misura – insiste la nota di replica dell’Asl –: si aggancia ai desideri e alle aspirazioni personali, descrive le risorse di contesto che concorrono alla realizzazione di una vita piena e raccoglie le indicazioni della famiglia e della più ampia rete di prossimità, oltre a quella dei professionisti con i loro diversi profili (educativi, sociali, sanitari). In tutto il percorso di costruzione dei progetti personalizzati le persone con disabilità e le famiglie assumono un ruolo da protagonisti". Il “Progetto di vita“ non sarà "cristallizzato ma flessibile alle fasi della vita della persona stessa". E così l’Asl si rivolge alle famiglie: "In ogni fase dell’attuazione del “Progetto“ qualora la persona e la famiglia ravvisino che quanto concordato non corrisponda più agli obiettivi individuati, possono richiedere alla Unità di valutazione una revisione del progetto".
Si tratta e si tratterà dunque di piani "appropriati e personalizzati ma sempre condivisi e concordati con la persona e i familiari – aggiunge l’Asl nella nota –. Per realizzare tutto questa diviene prioritario riuscire a creare un dialogo costruttivo di rete tra i servizi e i portatori di interesse". Ad oggi sul piano pratico, ciò si traduce in questo, stando all’Azienda sanitaria: le persone con disabilità possono usufruire dei servizi semiresidenziali, in tutta la Toscana e non solo nell’Empolese Valdelsa, in attuazione del “Progetto di vita“ a cura della équipe Uvmd che valuta le caratteristiche e i bisogni della persona disabile e in base a questi elabora il piano, attivando le risorse disponibili sul territorio.
In questo caso la competenza della elaborazione del “Progetto di vita“ è della Società della salute. La Asl ricorda inoltre che la Regione, attraverso risorse del Fondo nazionale per le non autosufficienze dedicato alle disabilità gravissime, sostiene da molti anni i percorsi domiciliari. L’intervento prevede l’erogazione di un contributo economico mensile che va da 900 a 1.200 per consentire alla persona con disabilità gravissima di poter assumere un assistente personale.
Andrea Ciappi