Storia ed evoluzione di un simbolo

EMPOLESE VALDELSA

Dall’Ottocento, se ne sono viste di tutti i colori: rosse, gialle, verdi, grigie. Sono le cassette postali, che nel tempo hanno cambiato forme e dimensioni. Nei primi anni di Poste Italiane (nel 2022 sono stati festeggiati 160 anni), il tasso di analfabetismo del Paese è talmente alto che a saper leggere e scrivere erano davvero in pochi. Non era dunque necessario che le cassette fossero di grandi dimensioni. Ma erano comunque presenti in tutti quei luoghi in cui era possibile scrivere, anche quelli più particolari, come sui piroscafi o negli alberghi. Le cassette di impostazione più conosciute sono quelle pesanti, in ghisa. Tuttavia, se ne trovano anche di decisamente più piccole, dotate di maniglia, facilmente trasportabili e sostituibili. Durante la Prima Guerra Mondiale le Regie Poste svolgono un ruolo essenziale nel recapito delle lettere dal fronte. Nel secondo dopoguerra, invece, con l’aumento del livello di alfabetizzazione e con l’avvento del boom economico, le cassette di impostazione, diventano sempre più piene e provviste di un’unica feritoia. Dal 1961 nelle principali città italiane arrivano le cassette a due feritoie, una per la corrispondenza rivolta verso la stessa città e una per quella diretta fuori dalla città di spedizione.