"Sipario Blù". Focus su Pasolini per il gran finale

A salire sul palco sono Elio Germano e Teho Teardo. Il testo è tratto dall’omonima opera dell’intellettuale. .

"Sipario Blù". Focus su Pasolini per il gran finale

"Sipario Blù". Focus su Pasolini per il gran finale

FUCECCHIO

Saranno Elio Germano e Teho Teardo a chiudere la stagione di prosa “Sipario blù“ al Nuovo Teatro Pacini di Fucecchio, organizzata dal Teatrino dei Fondi, con il loro spettacolo “Il sogno di una cosa“, liberamente tratto dal capolavoro di Pier Paolo Pasolini in una versione di parole e musica. L’appuntamento è quindi per domani sera alle 21.30 con la storia di ragazzi friulani alla soglia dei 20 anni che vivono la loro breve giovinezza e affrontano il mondo: la miseria delle origini, le lotte contadine, l’emigrazione, ma anche l’amicizia, l’amore, la solidarietà. Pasolini ci parla con le voci delle persone che dall’Italia del secondo dopoguerra, stremate dalla povertà, sono scappate attraversando illegalmente il confine per andare in Jugoslavia, attratte dal comunismo e con la speranza di trovare un lavoro dignitoso e cibo per tutti. Vista oggi è una specie di rotta balcanica al contrario che attraversa il medesimo confine che attualmente i profughi in fuga percorrono per venire in Italia.

Tre ragazzi friulani alla soglia dei vent’anni vivono la loro breve giovinezza affrontando il mondo: l’indigenza delle origini in campagna, l’emigrazione, le lotte politiche al rientro in patria, fino all’integrazione nella società borghese del boom economico. Desiderano la felicità, la bella vita in un paese straniero, poi tornano e maturano una coscienza politica, sognano la rivoluzione. Invece finiscono per piegarsi ai compromessi dell’età adulta, i sogni si spengono e la felicità tanto agognata, diventa quella delle piccole cose: una ragazza, una casa, un lavoro… fino a morirne. “Il sogno di una cosa“ è il primo esperimento narrativo di Pier Paolo Pasolini, scritto di getto negli anni dell’immediato dopoguerra, prima di “Ragazzi di vita“ e di “Una vita violenta“, ma pubblicato solo nel 1962, per questo il romanzo risulta essere al tempo stesso il romanzo d’esordio e di conclusione della stagione narrativa di Pasolini.