BRUNO BERTI
Cronaca

Candidato a sindaco, Cei oppure Mantellassi. La sfida interna al Pd ora è una corsa a due

I dem cercano di trovare la quadra sul nome per il dopo-Barnini. Barsottini al momento sembra essere un’ipotesi molto più remota. Non tramonta l’idea delle primarie. La scelta è attesa entro dicembre

Fabio Barsottini con Brenda Barnini

Empoli, 9 settembre 2023 – In casa Pd le cose si muovono in vista delle elezioni amministrative del 2024, che sono sì lontane, ma anche i sassi sanno benissimo che a scadenze come quella in cui si deve trovare un candidato sindaco nuovo (Brenda Barnini sta terminando il suo secondo mandato, l’ultimo) non ci si può presentare in ritardo nella scelta del candidato, se si vuol vedere aumentare le possibilità di successo. E così, all’interno della palazzina di via Fabiani, angolo viale Buozzi, si susseguono contatti, telefonate e riunioni, magari senza trascurare qualche sgambetto: in ultima analisi tutti i mezzi con cui le forze politiche giungono a una decisione importante come lo sono le candidature.

Se da qualche tempo si sapeva che il Pd aveva una rosa di tre nomi, adesso si sarebbe arrivati a due. Per capirsi, il tris di giovani leoni (il vicesindaco Fabio Barsottini, il presidente del consiglio comunale Alessio Mantellassi e il segretario comunale del Pd, Lorenzo Cei), secondo fonti degne di fede, si sarebbe ridotto a una coppia. Dal novero dei papabili sarebbe uscito (il condizionale è d’obbligo in casi come questo, quando le proverbiali bocce non sono ancora ferme) Barsottini, che è anche assessore all’urbanistica.

Nel partito avrebbe fatto piacere sapere che il candidato fosse uno, togliendo quindi le castagne dal fuoco. Con queste aspirazioni frustrate sono in molti a porsi la domanda capitale: "Come si sceglie?", considerando quindi poco plausibile una rinuncia da parte di uno dei contendenti rimasti. A proposito di procedure, c’è da ricordare che la segreteria regionale del Pd, guidata da Emiliano Fossi, ha stabilito che le primarie si fanno solo quando necessario, vale a dire in presenza di più nominativi, come sarebbe, almeno per ora, il caso empolese.

C’è però da considerare che il Pd di Empoli sarebbe contrario, per le prossime amministrative, a usare lo strumento che è il rito fondante del Pd. Perciò si torna all’esigenza di un di più di politica per cercare di sciogliere i nodi sui nomi, cercando ovviamente di non creare scontenti, sempre pericolosi quando si va alle urne, e di operare senza se e senza ma per la vittoria della propria parte politica.

Dopo che anni fa Bologna passò al centrodestra, dover ammainare la metaforica bandiera in via del Papa, sarebbe una vera e propria ferita mortale: Empoli aveva un sindaco di sinistra prima del fascismo e così ha continuato ininterrottamente dalla Liberazione in poi, dopo la parentesi del regime fascista. Al di più di politica di cui abbiamo parlato, dovrebbe presiedere il segretario del partito, Lorenzo Cei, che però avrebbe qualche problema, poiché il suo nome è uno dei due in corsa. Allora servirebbe un gruppo dirigente unito, e questa è una cosa più plausibile, perché non si vedono all’orizzonte molti dirigenti ansiosi di suicidarsi politicamente, magari per una ripicca, quando è in gioco la sorte del Comune più importante dell’Empolese Valdelsa, l’unica federazione Pd che vanta un en plein di sindaci propri.

Sul cammino di questa ipotesi non mancano però i dubbi, perché sui due nomi rimasti sono divise anche le due anime del partito: i seguaci di Schlein e quelli di Bonaccini. In altri tempi, con un arbitro, il segretario del partito, che è parte in causa, al di là delle primarie, si sarebbe ricorsi alle consultazioni di dirigenti e di pezzi importanti del mondo politico di riferimento del Pd. Però manca sempre l’arbitro, e quindi la grana è da gestire. E allora meglio se il dilemma tra due nomi si è presentato adesso, a circa nove mesi dalle urne, e non dopo.

C’è poi anche da dire che il tempo non dovrà essere sprecato, perché il segretario della federazione Pd dell’Empolese Valdelsa, Jacopo Mazzantini, ha detto, ormai da tempo, che i nomi dei candidati servono entro dicembre, per l’ottimo motivo che la campagna elettorale che attende il Pd sarà molto importante e che si deve parlare ai cittadini, coloro che poi danno il voto.