
L'ospedale di Santa Verdiana (Germogli)
Castelfiorentino, 9 gennaio 2020 - Sono passati quasi sette anni da quando è stato chiuso e svuotato, perché considerato a rischio statico. Lo scheletro grigio dell’ospedale Santa Verdiana di Castelfiorentino è ancora lì, avvolto in una bolla, che aspetta di essere demolito e ricostruito ex novo con un progetto da 13,5 milioni di euro che riqualificherebbe anche tutta l’area circostante. L’ultimo aggiornamento ufficiale sui tempi risale al marzo dello scorso anno. L’Asl Toscana Centro faceva sapere che i lavori di ristrutturazione e ampliamento sarebbero potuti partire già alla fine del 2019. Peccato che la gara per l’affidamento dei lavori non sia stata ancora bandita.
Il sindaco di Castelfiorentino, Alessio Falorni, nel suo bilancio di fine anno lo aveva inserito nella lista delle opere incompiute. "Stiamo aspettando a gloria che l’Asl indichi la gara per la realizzazione del nuovo presidio ospedaliero Santa Verdiana. E’ tutto pronto, aspettiamo solo il via", diceva il primo cittadino poco prima dell’inizio del nuovo decennio. Cosa abbia bloccato l’operazione non è chiaro, o quanto meno non è stato spiegato dai vertici aziendali. Di sicuro il cronoprogramma, che poneva come termine dei lavori la fine del 2021, dovrà essere rivisto e aggiornato. Già l’elaborazione del progetto del nuovo ospedale non è stata priva di ostacoli: tra il progetto preliminare a quello definitivo è stato necessario apportare dei ‘correttivi’ che hanno fatto lievitare i costi di ben 5 milioni di euro.
Vista la considerevole cifra necessaria per l’intervento è stato deciso di dividere i lavori in due lotti. Il primo, da 8 milioni e mezzo di euro, servirà a realizzare i due fabbricati delle cure intermedie e dei disturbi alimentari con 12 e 10 posti letto per ciascun reparto. Con l’altro lotto, da quasi 5 milioni di euro, sarà realizzato il padiglione da destinare ad hospice con 8 posti letto. Il nuovo presidio ospedaliero migliorerà anche l’urbanistica circostante con un nuovo parco che andrà a collegarsi al Parco della Pieve. Un’idea di come verrà riqualificata tutta l’area i castellani se la sono fatta: da mesi, infatti, campeggia un maxi rendering del progetto davanti all’ingresso del presidio. Da qui a toccare con mano il risultato finale dovrà passare ancora del tempo.
Quella del Santa Verdiana resta, dunque, una ferita aperta per la comunità locale. La notizia della sua chiusura, aprile 2013, fu un fulmine a ciel sereno. Soprattutto perché il blocco vulnerabile era il più nuovo, ristrutturato con un milione e mezzo di euro. Quello che sembrava un ospedale modello in realtà poggiava su una struttura di cemento così malmessa che, secondo gli stessi tecnici dell’Asl, rischiava di venire giù da un momento all’altro. Una vicenda di pessima amministrazione pubblica partita più o meno nel 2008, quando la Regione presentò il piano di riorganizzazione ospedaliera. In questo si stabiliva che l’ospedale di riferimento per l’area sarebbe stato Empoli e che il Santa Verdiana, ridimensionato, avrebbe ospitato solo due nuovi reparti di medicina, oltre ai servizi diagnostici e di fisioterapia. C’era dunque bisogno di una ristrutturazione. Che, puntuale, avvenne. Nel 2010, a inaugurare i nuovi 48 posti, arrivò a Castelfiorentino l’allora assessore alla sanità Daniela Scaramuccia. Brindisi, pasticcini e sorrisi. Peccato che nessuno fin lì avesse pensato a effettuare la verifica sismica, come una legge del 2003 imponeva. Quando i tecnici iniziarono le misurazioni, impallidirono. Non solo la struttura non avrebbe mai superato la verifica di vulnerabilità sismica per la pessima qualità del cemento usato nella costruzione, ma la stessa staticità dell’edificio era a rischio. Il resto è storia recente.
© RIPRODUZIONE RISERVATA