Sant’Andrea d’Oro agli ’angeli’ del San Giuseppe

La consegna è in programma nel giorno del Santo patrono direttamente in ospedale, presidio della battaglia contro il Covid19

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di Samanta Panelli

Una cerimonia ‘impoverita’ nella festa, ma non certo nei contenuti. Impossibile, del resto, spogliare il Sant’Andrea d’oro di quei principi e di quegli obiettivi che lo hanno ispirato fin dalla prima edizione. Quali? Accendere i riflettori e omaggiare quei cittadini che hanno dato il loro prezioso contributo nel campo della cultura, delle arti, del lavoro, della politica, dello sport e della solidarietà. Insomma, coloro che si sono impegnati in prima linea per la città, per la comunità, per il bene di Empoli.

Proprio come fatto in maniera quotidiana, costante, instancabile, dallo staff dell’ospedale San Giuseppe, da mesi ormai alle prese con quel nemico silenzioso che ha costretto la struttura di viale Boccaccio a reinventare spazi e funzioni per cercare di contrastare le conseguenze della pandemia. Conseguenze che, purtroppo, in molti casi hanno significato e significano lunghe e dure degenze e, nella peggiore delle ipotesi, decessi avvenuti lontano dagli affetti, in una camera d’ospedale dove l’unica mano da stringere, l’unico sguardo in cui cercare conforto è quello del personale.

E proprio a quest’ultimo, quindi, il sindaco Brenda Barnini (nella foto) ha deciso di assegnare il Sant’Andrea d’oro 2020: il prestigioso riconoscimento sarà diviso virtualmente fra gli operatori, donne e uomini, che lavorano all’interno del San Giuseppe e che quotidianamente, personale sanitario e non, si sono impegnati e si impegnano tutt’ora nella lotta al Covid19. Già, perché, è bene ribadire il concetto, l’emergenza sanitaria non è acqua passata. E, proprio per rispetto di chi è stato colpito da questo virus feroce e di chi, di contro, si prodiga nel garantire cure per placare la ‘fame d’aria’ insaziabile che accompagna i degenti, è doveroso rispettare le regole stabilire per contrastare o comunque limitare la diffusione dei contagi.

"Per il coraggioso e generoso impegno nello svolgere la propria professione durante la grave emergenza generata dalla pandemia da Covid. L’amministrazione comunale ha voluto riconoscere il Sant’Andrea d’oro nel giorno del Santo Patrono, il 30 novembre, come simbolo di infinita gratitudine da parte di tutta la comunità", recita la morivazione del riconoscimento, come tradizione vuole, conferito dal sindaco in persona. Il Sant’Andrea d’oro è la massima onorificenza cittadina che ogni anno il sindaco consegna a quei cittadini che si sono distinti in ambiti dove competenze e cuore grande fanno la differenza.

Negli anni precedenti il sindaco Barnini ha premiato nel 2014 don Renzo Fanfani, compianto prete operaio, seguito, nel 2015, dall’imprenditore fondatore del Gruppo Sesa. Paolo Castellacci. L’edizione 2016 è stata quella dei riflettori accesi sul sistema di Protezione civile dell’Empolese Valdelsa, mentre nel 2017 sono state premiate le associazioni che si occupano di riuso, riciclo e dell’economia circolare. Un anno dopo, applausi per le associazioni cittadine che dedicano la loro attività alla tutela degli animali occupandosi ogni giorno di cani, gatti e volatili in strutture come il canile, il gattile e il centro di recupero dei rapaci: si tratta dell’associazione Arca, degli Aristogatti e del Ce.T.R.A.S che sta per Centro toscano recupero avifauna selvatica. La passata edizione ha visto invece ricevere la medaglia d’oro col Sant’Andrea l’ex assessore Sauro Cappelli, per l’impegno profuso nel mantenimento della memoria storica della deportazione nazifascista. Una cerimonia partecipata, momento di incontro e riflessione. Altro rispetto ai piani di questo lunedì dove a dettar legge sarà ancora una volta l’emergenza sanitaria.

La cerimonia della ventisettesima edizione sarà esclusivamente online, in diretta su Facebook sul profilo del Comune di Empoli. Appuntamento nel giorno di Sant’Andrea, a partire dalle 12, dalla sede dell’ospedale San Giuseppe di Empoli, viale Boccaccio. Là dove, in silenzio e con abnegazione, ogni giorno decine di donne e uomini, indossana l’armatura d’ordinanza, fatta di scafandro, guanti, mascherine e molti altri pezzi ancora e raccolgono una sfida per la vita.