REDAZIONE EMPOLI

Rigenerazione urbana. Hugo tira le somme: "Aperto uno spiraglio per uscire dal degrado"

Gli operatori del consorzio CoeSo hanno lavorato su piazza don Minzoni . Nella festa conclusiva analisi, report e osservazioni dell’attività svolta. Fioretti: "Abbiamo provato a costruire relazioni coi soggetti ai margini".

L’incontro finale. del progetto. Hugo al Dopolavoro ferroviario (. Gasperini/Germogli

L’incontro finale. del progetto. Hugo al Dopolavoro ferroviario (. Gasperini/Germogli

EMPOLI

Oltre il degrado. Oltre i furti, gli schiamazzi, le scazzottate. Oltre gli episodi di spaccio e di aggressione. Sebbene difficile, a sfida è stata provare ad andare oltre. Che la zona della stazione ferroviaria sia problematica è sotto gli occhi di tutti. Ma può offrire opportunità e sbocchi creativi. "Il livello di percezione di insicurezza è alto. Ma nell’ultimo anno abbiamo provato a costruire relazioni proprio coi soggetti più marginali; c’è un altro modo per stare insieme e non oltrepassare la soglia della legalità. Non salveremo nessuno, forse. Ma apriamo una finestra, uno spiraglio per uscire dalla delinquenza". È con questo spirito, come ha ricordato Fabrizio Fioretti del Consorzio CoeSo, che nel 2021 è stato lanciato con l’amministrazione comunale di Empoli il progetto Hugo, affrontando il tema della sicurezza urbana integrata con un approccio diverso. "Una sicurezza non fatta esclusivamente di misure di controllo, video sorveglianza e deterrenti, ma che potesse includere una dimensione culturale. Abbiamo acceso i riflettori su un quartiere critico che non era consapevole delle sue potenzialità. Abbiamo provato a fare delle iniezioni culturali, tentando di rivitalizzare il tessuto commerciale, manutenere il decoro urbano, ricostruire rapporti tra il mosaico di persone che abita quotidianamente la zona". Da settembre scorso il progetto è entrato in una nuova fase che si è chiusa ieri con una festa al Dopolavoro ferroviario. Una festa che è stata occasione di analisi, report e bilancio dell’attività svolta.

È un patchwork, piazza don Minzoni. Inserita in un isolato complesso. Sono circa 1800 i cittadini che vi gravitano attorno. Solo il 13 per cento è rappresentato da empolesi. Di questi, un quarto sono over 65. E’ proprio la piazza della stazione l’area più frammentata. In una manciata di metri convivono, su marciapiedi diversi, cinesi, ivoriani, albanesi, congolesi, magrebini. Il giovedì le panchine diventano invece il ritrovo delle signore dell’Est Europa. Mille comunità in una e altrettanti spaccati. "Giorno e notte? Differenti per frequentazione e fascia d’età. Dopo le 21 la zona è dei giovani dai 14 ai 25. Piazza don Minzoni si spegne, restano tra via Curtatone e Montanara e l’ex parcheggio multipiano delle marginalità sociali che non possiamo ignorare". Sono proprio loro ad aver usufruito maggiormente dello sportello “itinerante” aperto per intercettare i bisogni dei cittadini. "Ne hanno usufruito prevalentemente stranieri, chiedendo supporto per questioni legate al lavoro e all’emergenza abitativa".

Gli operatori di Hugo hanno poi dovuto mediare sulla questione kebab, sollecitando l’amministrazione a prendere in considerazione misure alternative all’ordinanza di chiusura anticipata dei negozi. Per la prima volta i grandi eventi come il Natale e Leggenda Festival sono approdati nella “piazza della discordia”, aprendosi alle famiglie, ai giochi, all’intrattenimento. E anche questa è stata una piccola vittoria. Sul futuro? "Ci stiamo lavorando - dice Marco Peruzzi, presidente CoeSo - Dobbiamo reperire risorse nuove, intercettare altri canali, riprendere un confronto con l’amministrazione comunale per provare a non interrompere troppo a lungo i processi attivati. Sarebbe un danno". A settembre, si vedrà.

Ylenia Cecchetti